Frisbee non fa parte del lessico inglese. E’ nome proprio, di una persona vissuta nel Connecticut dell’800. Di professione pasticciere, preparava crostate per le mense scolastiche, servite su teglie a forma circolare, di latta con bordo ripiegato. Gli studenti mangiavano il dolce e poi giocavano lanciandosi il vassoio. A distanza di tempo, il senso ludico sublima in attività sportiva. La pratica si diffonde, utilizzando un attrezzo in plastica capace di volare. Imprimendo al dischetto una forte rotazione, si determina una spinta centrifuga che lo fa veleggiare anche fino a 250 metri (record del mondo). Antesignana di questo sport, a Trieste, è l’Asd Belfra, che vanta due campioni mondiali, Eleonora Imazio e Fabio Sanna nella specialità Freestyle. “Inoltre – aggiunge la presidente Franca Belletti – abbiamo una formazione di Frisbee a squadre, capitanata da Gianluca Liberti. Per inciso, questo è l’unico sport non individuale che si gioca senza arbitro. Ciascun giocatore è giudice di se stesso ed è tenuto ad autodenunciarsi se commette un’infrazione. A fine partita c’è il terzo tempo: i team formano un unico cerchio, i capitani commentano l’incontro e poi si rende onore ai vincitori”. Sembra davvero di sognare rispetto, ad esempio, al calcio, dove spesso si celebra il ‘fallo tattico’.
I discoboli della Belfra
Alla scoperta del frisbee, sport che a Trieste sforna grandi campioni
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