La Gsa espugna il parquet di Piacenza, ultima della classe, ma scesa in campo con il coltello tra i denti. Grazie a un super Powell (24 punti e 21 di valutazione per lui), i friulani s’impongono per 76-85 e mettono un ulteriore mattoncino in vista dei play-off.
Dopo un primo quarto all’insegna dell’equilibrio (22-21), Udine prende il largo nei secondi 20′ e, grazie a un parziale di 30 punti, arriva alla pausa lunga sul 38-51. Dopo il riposo, l’Apu mantiene le distanze, conducendo e chiudendo con un ampio margine di vantaggio anche la terza frazione (57-70). Si arriva così agli ultimi 10′, con Piacenza che non molla e, complice una fase nella quale i friulani litigano con il canestro, si avvicina fino al 70-77, quando mancano 3′. La Bakery arriva fino al 74-80, ma ci pensano la tripla di Simpson e il centro di Nikolic a consegnare il successo agli ospiti.
IL COMMENTO. “E’ stata una partita particolare dal punto di vista mentale perchè noi avevamo solo da perdere”, analizza coach Alberto Martelossi. “Sapevamo che Piacenza avrebbe fatto la gara della vita e così è stato. Sono arrivati spesso prima di noi a rimbalzo, come ci era già successo con Ferrara e Cagliari, che non a caso ci hanno battuto. Nell’ultimo quarto abbiamo messo a repentaglio una vittoria certa proprio per questo aspetto. E su questo dovremo lavorare. Ci siamo un po’ troppo rilassati. Ma adesso tiriamo una riga. Per noi, da qui alla fine, ci saranno solo gare ‘serie’, e lo dico con tutto il rispetto per Piacenza, contro avversarie di livello. E saremo noi a dover fare gare da dentro o fuori. Possiamo ancora giocarci il quarto posto, ma dovremo prendere il meglio dalle prossime gare sopratutto in termini di atteggiamento, ma anche a livello fisico. In questo momento non siamo omogenei e dovremo essere in grado di arrivare a un livello diverso per la seconda fase. Viste attenzione e concentrazione messe da tutti in campo in settimana mi aspettavo qualcosa di meglio, ma mi tengo quanto di buono fatto in palestra, per vedere qualcosa in più nelle prossime gare”.