“Ad excelsa tendo” è il motto degli Alpini del 7° reggimento che hanno vinto l’estenuante gara dei plotoni, prova regina dei 69esimi Casta, i Campionati sciistici delle truppe alpine, aggiudicandosi il Trofeo Silvano Buffa, intitolato al tenente triestino medaglia d’oro caduto sul fronte greco nel 1941 proprio con il battaglione ‘Feltre’ del 7° reggimento. L’8° reggimento Alpini di Venzone, motto “O là … o rompi”, si aggiudica invece l’International Federation of Mountain Soldiers Trophy.Terzi in entrambe le competizioni il plotone del reggimento logistico di Merano. E’ quindi la prima volta, nel recente passato, che la Brigata Alpina Julia ottiene l’oro, l’argento e il bronzo in ambedue le competizioni: insomma, un trionfo!
Al termine di tre giorni sulle nevi della Pusteria, in un durissimo movimento scialpinistico durante il quale i militari dell’Esercito hanno dovuto superare varie prove selettive fra cui tiri con le armi in dotazione, lancio di precisione della bomba a mano inerte, prove topografiche e trasmissioni radio, ricerca travolti da valanga mediante apparecchiature Artva ed una prova di trattamento ferito in ambiente non permissivo, prove rese ancor più impegnative dall’equipaggiamento individuale e lo zaino da 15 chili sulle spalle, gli Alpini della “Julia” hanno avuto la meglio sugli altri 23 plotoni.
I vincitori, atleti con le stellette dei reggimenti Alpini di Belluno e Remanzacco, guidati dal tenente palermitano Raffaele Magistro del 7° Alpini e dal tenente pisano Maria Chiara Santoni per l’8°, hanno ricevuto le medaglie d’oro sotto lo sguardo orgoglioso del Generale Paolo Fabbri, Comandante della Brigata Alpina Julia.
Presente alla cerimonia il SottoCapo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Claudio Mora, che nel suo intervento ha sottolineato come “i Campionati e, in particolar modo la gara dei plotoni – momento di reale verifica del livello addestrativo raggiunto – trascendono la semplice competizione sportiva. Essi…”, ha proseguito il Generale Mora “…costituiscono un’importante occasione addestrativa in un ambiente duro come quello montano che, con la sua austerità, esige soldati di solide e comprovate qualità fisiche e morali. Sono proprio queste doti e questa familiarità nei confronti di un ambiente così difficile che hanno contribuito a forgiare la leggenda delle Penne Nere”.
Ricordando poi i recenti impieghi in Centro Italia, il Generale Mora ha rimarcato come, proprio in situazioni estreme, le truppe da montagna abbiano saputo dimostrare di essere una pedina operativa flessibile ed idonea ad agire non solo nelle diverse operazioni militari ma anche in situazioni emergenziali e nelle attività a supporto della popolazione, dando prova di indiscussa professionalità ed umanità.