Sono attese numerose persone alla presentazione della sesta edizione di Magraid: l’appuntamento è per domani mattina, alle 11, nel salone centrale di Palazzo Montereale Mantica, in corso Vittorio Emanuele 56 a Pordenone. Oltre ad autorità civili, sportive e militari, che hanno fatto già pervenire l’adesione alla segreteria del comitato organizzatore, sono attesi diversi atleti che parteciperanno alla gara di metà giugno. I quali, tra le altre cose, hanno chiesto anche di poter ottenere il libro ‘I Magredi di Magraid’.
PERCHE’ MAGRAID. E’ il fascino della corsa nella steppa, unica nel suo genere in Italia, a far sì che sempre più atleti decidano di provare l’esperienza di Magraid. Tre concorrenti, che hanno già fatto pervenire l’iscrizione, la pensano proprio così. Angelo Garavaglia: “Ho partecipato all’edizione dello scorso anno, dopo aver visto per caso un filmato in tv. Mi è piaciuta molto, ho coinvolto alcuni amici che si sono iscritti a questa edizione, almeno quattro per ora. Conosco i Magredi, so cosa mi aspetta, non faccio preparazioni specifiche se non dei lunghi e dei piccoli trail. Sicuramente ogni uscita, solitaria o di gruppo, è un’occasione di turismo e cultura, non di solo pane!”.
Anna Bizi: “Ho deciso di cimentarmi in questa gara perché sono friulana, anche se abito a Padova: è una questione d’affetto. Sono venuta a conoscenza di Magraid tramite le riviste del settore e i volantini, che spesso trovo d’estate quando vengo a correre in Friuli. Ho scelto proprio questa gara perché mi piacciono le competizioni a tappe, nelle quali per alcuni giorni si vive insieme agli altri atleti, meglio ancora se in tenda. Per quanto riguarda, invece, la preparazione, seguirò le tabelle di allenamento che mi predisporrà Orlando Pizzolato. Negli ultimi tre anni ho, comunque, già corso la cento chilometri a tappe del Sahara, del Senegal e del Kalahary”.
Stefano Pozzali: “Ho già disputato qualche trail e mi è piaciuto: ecco perché ho deciso d’iscrivermi a Magraid. Sono venuto a conoscenza di questa gara da un amico che l’ha già sperimentata. Me l’ha consigliata vivamente non soltanto per l’ambiante naturale in cui si corre, ma soprattutto perché rappresenta un buon test in vista di altre competizioni simili. Finora ho disputato alcune gare di corsa in montagna, due maratone e la cento chilometri del Passatore”.