Non finiscono, a distanza di mesi dalla vittoria dell’oro olimpico nel kayak, lo scorso 1° agosto a Londra, gli impegni istituzionali di Daniele Molmenti. Il prossimo è domani (alle 20.30), al teatro Aldo Moro di Cordenons, in occasione della presentazione delle due tappe, in Friuli Venezia Giulia, del 96esimo Giro d’Italia: il 14 maggio per la decima, Cordenons-Altopiano del Montasio; il 15 per l’11esima, Tarvisio (Cave del Predil)-Vajont (Erto e Casso), a cura del comitato organizzatore locale presieduto da Enzo Cainero.
Ma sarà anche una serata di festa con la premiazione degli sportivi pordenonesi d’eccellenza. Non poteva mancare l’olimpionico di Torre di Pordenone, onorato per questo riconoscimento: “Ringrazio Cainero perché da sempre – dice Daniele – è vicino allo sport e al nostro territorio. Un’indole comune che ci ha avvicinato rendendoci amici e che spero porti tanto allo sport e alle future generazioni”.
Il premio di domani è sentito almeno per due motivi. Per la fatica e i sacrifici che accomunano due discipline sportive come la canoa e le due ruote: “Sono sport di fatica dove il risultato non è casuale ma determinato dall’impegno vero e dal rinunciare al futile della vita per concentrarsi sull’obiettivo”. E soprattutto perché quest’anno una tappa del Giro d’Italia arriva a Erto, a pochi passi dalla diga del Vajont, nel 50esimo della tragedia che causò circa 2 mila vittime: “Sono molto legato ad Erto da forti sentimenti. La tragedia del Vajont non deve essere dimenticata e portare un evento come il Giro nei nostri territori deve essere anche l’occasione per ricordare i nostri valori e la storia passata. Perché il ciclista passa e lascia il ricordo, la storia – conclude il campione olimpico della Forestale – lascia ferite tangibili ma anche insegnamenti dotti ed esempi magistrali”.