Il sigillo del Consiglio regionale consegnato da Diego Moretti e una pergamena, donata dal sindaco, Mauro Benvenuto, nella quale è intrisa tutta la riconoscenza e la stima della città di Ronchi dei Legionari per il Pedale Ronchese. Oltre alle parole dell’assessore allo sport, Alessandro Bassi, che hanno sottolineato il grande lavoro a favore dei giovani.
Accanto al presidente, Stefano Visintin, nella sala consiliare del Palazzo municipale c’erano alcuni dei grandi protagonisti della storia del Pedale Ronchese. Tre dei fondatori – Livio Piran, Giovanni Marcon e Bruno Visintin – che, assieme a Giovanni Miglia, Alfio Manià e Giorgio Dessenibus, nel 1971 diedero vita a quest’avventura. Una società che nacque assieme a quel Nucleo ciclistico giovanile, propiziato dal grande Alfio Agostinelli, che doveva fungere da naturale serbatoio.
Forgiare campioni. Come nel caso di Alessandro Primavera, anch’egli presente, classe 1958 che, nel 1976, in Belgio, si laureò Campione mondiale a squadre nella categoria Allievi. “Ricordo ancora la gara su strada di 75 chilometri – sono state le sue parole – e la splendida vittoria assieme a Corrado Donadio, Gianni Giacomimi e Ivano Maffei. Non potrò mai dimenticare la festa che la città mi tributò al mio ritorno. Arrivai in una piazza Unità piena di gente a bordo dell’auto dell’amico Giuliano Furlan. Fu una grande, grandissima emozione”.
Primavera che, nel 1970, aveva iniziato proprio con la maglia del Nucleo, corse poi in Toscana, entrando nell’orbita della Del Tongo. “Per me il ciclismo è stata, prima, una passione cresciuta piano piano, poi una vera e propria malattia e, fondamentale, un grande insegnamento. Provengo una famiglia modesta e cercavo di vincere i traguardi volanti per guadagnare qualche soldo che mi permettesse di comprarmi un paio di scarpe nuove. Ho in mente ancora gli insegnamenti del direttore sportivo Primo Mori, gregario di Felice Gimondi”.
“Un grande rammarico? Non essere riuscito a partecipare alle Olimpiadi di Mosca del 1980. Ero tra i probabili olimpici, mi stavo impegnando molto, ma una tendinite, purtroppo, mise fine ai miei sogni di gloria”. Primavera, dalla prossima settimana, si aggiungerà al consiglio direttivo in carica, pronto a dare una mano a questa gloriosa associazione.
“Il Pedale Ronchese – ha detto Moretti – è un esempio per molti e il sigillo vuol essere anche uno sprone per andare avanti”. Presente, tra gli altri, a una cerimonia che ha suggellato i 50 anni di vita, anche il presidente regionale della Federazione ciclistica italiana, Stefano Bandolin. “Per la città il Pedale Ronchese è un assoluto orgoglio – ha detto il sindaco Benvenuto – e non lo è solo per i risultati che sono stati conseguiti. Il valore sociale e l’impegno a favore delle ragazze e dei ragazzi sono qualcosa che non possono essere sostenuti e caldeggiati”.
Una grande emozione, palpabile nelle parole di un emozionato presidente Visintin, pronto a guidare altre tappe di questa appassionante storia del ciclismo di Ronchi dei Legionari.