“Se ho smesso? Per forza. Sono svincolato, ma sono in condizioni fisiche inaccettabili per poter scendere in campo. Avrò tutto il tempo per capire la strada da intraprendere”. Con queste parole, laconicamente, Fabio Quagliarella ha ufficializzato a Sky il suo addio al calcio. Un addio che era nell’aria: l’attaccante è sceso in campo l’ultima volta lo scorso 4 giugno, nell’ultima partita in serie A della Sampdoria contro il ‘suo’ Napoli, che ha festeggiato a Marassi lo scudetto. Poi, il suo nome, è quasi sparito dalle scene, complice la scadenza del contratto con i blucerchiati. Recentemente qualcuno, davanti agli evidenti problemi in attacco dell’Udinese, ha ipotizzato un suo fantacalcistico ritorno in Friuli. Un ritorno che invece era stato accarezzato a lungo, in diverse occasioni dopo il suo addio per tornare a casa, a Napoli. Qui aveva come primo sponsor Totò Di Natale, che spesso ha chiesto a paron Pozzo di riportarlo in bianconero. Ma soprattutto aveva dalla sua la piazza, una tifoseria che ha sempre ammirato l’uomo e il giocatore per le gesta dentro e fuori dal campo, per il suo carattere concreto, professionale ma anche profondamente passionale.
Arrivato a Udine nell’estate del 2007 ha vissuto due intense stagioni con la maglia friulana. Attaccante estroso, dai gol impossibili, ha vinto l’Oscar del calcio Aic per il gol più bello della serie A nella stagione 2008/09 per la rete del 2-2 in Napoli-Udinese del 31 gennaio 2009, facendosi quel giorno un grandissimo regalo di compleanno. Ricordi di memorabili tempi andati.. per lui e per l’Udinese. GUARDA IL VIDEO