Oltre ad Antonio Conte, ct della nazionale, il pm di Cremona Roberto Di Martino ha chiesto il rinvio a giudizio anche per il nuovo tecnico dell’Udinese, Stefano Colantuono, che deve rispondere dell’accusa di frode sportiva nell’ambito dell’inchiesta sul calcio-scommesse. Notizia arrivata come un fulmine a ciel sereno proprio nelle giornate di ripresa dell’attività per il team bianconero, che ha iniziato lunedì il ritiro.
Al mister è contestata la presunta combine di Crotone-Atalanta del 2012. L’allenatore si è sempre proclamato innocente. Colantuono è stato tirato in ballo per un’intercettazione in cui Cristiano Doni non faceva assolutamente il suo nome, ma dichiarava che “il mr lo sa”. Colantuono stesso aveva chiesto un incontro con il pm per spiegare la sua assoluta estraneità dei fatti.
Il suo avvocato, Marco De Luca, è intervenuto per ribadire la posizione dell’allenatore dell’Udinese. “Ci sorprende molto questa richiesta di rinvio a giudizio – dichiara De Luca – perché agli atti non esiste alcun elemento sul quale si possa fondare un’accusa nei confronti di Colantuono. L’unico elemento che la Procura ha saputo indicare è un sms nel quale compare solo la sigla ‘Mr’, senza alcuna specificazione e rispetto al quale all’esito delle indagini non risulta nessuna spiegazione”.
“Lo stesso Doni, autore della comunicazione, non ha saputo in proposito dire alcunché. Quel che è assolutamente certo è che il nome di Stefano Colantuono non appare mai né direttamente né indirettamente. Vista la determinazione del pm”, continua il difensore del mister, “chiederemo al Gup, quanto prima, la possibilità di essere giudicati già in udienza preliminare attraverso il rito abbreviato, nella certezza più assoluta che a Stefano Colantuono non è attribuibile alcun elemento di responsabilità”.