La bella stagione invernale di Alessia Trost si chiude ai piedi del podio europeo. La campionessa di Pordenone finisce al quarto posto la finale dell’alto ai Campionati europei indoor di Goteborg, con una misura 1,92, che condivide con l’estone Iliutsenko (pari merito con l’azzurra) e con la bulgara Veneeva (sesta). L’oro va alla spagnola Ruth Beitia, unica capace di superare l’1,99, con le svedesi Ebba Jungmark (seconda, 1,96 al primo tentativo) ed Emma Green Tregaro (1,96 alla seconda) a dividersi le altre piazze del podio. Trost, presentatasi alla rassegna continentale forte del 2,00 realizzato il 29 gennaio (miglior prestazione mondiale dell’anno), non è riuscita a mettere in pedana, fino in fondo, tutto il suo immenso talento, ma va anche ricordato che per lei si trattava del primo impegno internazionale assoluto. La giovane saltatrice delle Fiamme Gialle compirà 20 anni questo venerdì: nessun dubbio che il futuro sia dalla sua parte, e anzi, questa esperienza si rivelerà utile per il futuro in pedana.
La decisione della gara, come previsto, avviene nel passaggio da 1,92 a 1,96: le sei atlete rimaste in corsa (Trost compresa, ma non la belga Tia Hellebaut, eliminata a 1,92) diventano tre. Per le medaglie è cosa fatta, la spunta la più esperta del gruppo, Beitia, 33 anni, a conferma del fatto che in una specialità come l’alto, l’esperienza e la capacità di sostenere le emozioni sono fattori assolutamente decisivi. “La tensione mi ha devastato – scherza, ma non troppo, la Trost nella zona mista – la qualificazione di sabato è stata un gara a tutti gli effetti e, probabilmente, non sono riuscita a recuperare nello spazio di 24 ore. C’è un mix di sensazioni contrapposte dentro di me: da una parte, la soddisfazione per un quarto posto che non mi dispiace del tutto e per la bella stagione invernale; dall’altra, sono insoddisfatta per la misura che non è venuta qui, credo che l’1,96 avrei dovuto farlo. E’ stata un’esperienza importante, sicuramente. Ora mi prenderò qualche giorno di riposo e poi ricomincerò a lavorare duro. E’ l’unica cosa che devo fare”.
Si è fermata in semifinale, invece, la gara sui 60 ostacoli dell’altra pordenonese Marzia Caravelli. L’azzurra corre bene, ma stavolta la rimonta prodigiosa del mattino non le riesce: 8’12’’, per il sesto posto di batteria, che non le consente di proseguire. In finale, però, il team è trascinato dalla compagna di squadra Veronica Borsi che sigla il nuovo record italiano (7’94’’) e conquista la medaglia di bronzo.