Quando si parla di Giustizia in regione è indispensabile tenere conto di due fattori: il primo è che siamo e restiamo un territorio di confine, con tutte le conseguenze correlate alla questione dei richiedenti asilo che mette da anni sotto pressione gli uffici di Trieste. E poi c’è un secondo problema, sempre sul confine. Parliamo di Gorizia, sede che per anni alle prese con carenze di organico tra i magistrati.
Dopo un periodo di relativa tranquillità tornano purtroppo ad addensarsi nuvoloni perché nei prossimi mesi se ne andranno ben tre magistrati sui dieci presenti, mentre solo di recente, dopo oltre un anno, è stato nominato il nuovo presidente. E’ proprio la situazione di Gorizia una delle maggiori fonti di preoccupazione per Francesco Petrucco Toffolo, presidente della sezione regionale dell’Anm (Associazione nazionale magistrati) del Fvg.
“I vuoti attuali tra i giudici sono abbastanza fisiologici, ma purtroppo nel corso dell’anno si apriranno varchi pesanti a Gorizia dove se ne andranno ben tre magistrati. Il problema principale è legato alle sue dimensioni: è un tribunale troppo piccolo, la metà di quello di Pordenone. In quest’ultimo caso con 21 magistrati in carica, si può contare su un buon funzionamento, ma se l’organico come nel caso del capoluogo isontino è di dieci o undici magistrati, gli svantaggi crescono: non è possibile dedicare il singolo magistrato solo al civile o al penale, mentre basta l’assenza di uno o due colleghi per mandare in apnea l’intero tribunale. Anche il fatto che i magistrati arrivino da fuori e non vogliano fermarsi causa un costante ricambio che, a sua volta, crea grossi problemi in termini di durata dei processi e di svolgimento dell’attività. Rispetto a molti anni orsono la situazione è migliorata, ma ora la partenza di tre giudici rischia di causare un brusco rallentamento. Servirà del tempo prima che coprano i posto lasciati vacanti. Basti pensare che il posto di presidente del tribunale è rimasto vacante per un anno”.
Come vanno le cose negli altri tribunali? “Il carico di lavoro nei quattro tribunali del distretto è adeguato, anche se Udine appare quello meglio strutturato e con tutti i magistrati al loro posto, circostanza che favorisce il buon funzionamento della Giustizia. Si aprirà qualche vuoto anche in Corte d’appello a causa di alcuni pensionamenti, problema che affligge moltissimo anche il personale la cui età media è sempre più alta. Per vent’anni non hanno fatto concorsi. Ora i bandi sono ripartiti, ma serviranno mesi e coprire gli enormi vuoti che si sono aperti non sarà semplice, tanto più che proseguono i pensionamenti e serve del tempo ai nuovi arrivati per diventare pienamente operativi. Di questa situazione i magistrati ne risentono immediatamente”.
Nonostante la forte spinta verso la digitalizzazione ci sono parecchi problemi. Quali sono? “Il processo civile telematico ha ormai una decina d’anni. Nessun magistrato o avvocato vorrebbe tornare al cartaceo: non si deve più fare la coda per ottenere le copie degli atti e basta un Pc per leggere i documenti che servono. Tuttavia, quando partono gli aggiornamenti, circa una volta al mese, per un paio di giorni il sistema si blocca e le conseguenze sono facilmente immaginabili. Il problema più serio è però legato al programma informatico che dovrebbe essere usato per i processi penali. Il processo penale telematico non è mai decollato. Nonostante siano anni che si annuncia la partenza del sistema, per ora abbiamo assistito più a iniziative sperimentali che altro e tutto resta ancora basato sulla carta”.
A proposito di digitale: dal punto di vista tecnologico qual è la situazione? “Il problema riguarda un po’ tutti i tribunali del distretto. Nel momento in cui si vorrebbe affidarsi completamente al computer servono strumenti efficienti. E invece, il ricambio delle macchine è inadeguato per stare al passo con l’evoluzione. Ancora più grave il problema del personale tecnico. L’assistenza è sempre stata inadeguata e se serve l’intervento di un tecnico si rischia di aspettare moltissimo”