Siglato questa mattina a Monfalcone l’accordo di “programma per la realizzazione del piano territoriale scolastico di Monfalcone nell’anno scolastico 2018/2019”. A firmare il sindaco, Anna Maria Cisint, Anna Russo per l’Istituto comprensivo Randaccio e Flavio Petroni per l’istituto comprensivo Giacich. Presente, tra gli altri, anche Igor Giacomini, direttore dell’ufficio scolastico regionale. Un documento che mira “a promuovere l’educazione e l’istruzione per tutti i bambini e ragazzi della città, offrendo a ciascuno di loro pari opportunità formative”, vale a dire favorire la realizzazione all’interno dell’ambito scolastico comunale di un sistema educativo integrato territoriale che impegni l’intera comunità come insieme delle principali agenzie educative e il ricercare coordinamento ed integrazione nella sua azione di sostegno all’offerta formativa territoriale più qualificata a partire dalla scuola dell’infanzia per arrivare alle scuole secondarie di primo grado, alias le scuole medie.
Tra gli obiettivi l’incentivare le iscrizioni a Monfalcone in particolare “da parte delle famiglie italofone residente”, oltre che assicurare che tutte le domande di iscrizione dei bambini in età dell’infanzia siano accolte. Nei punti anche l’individuazione di modalità condivise per le iscrizioni al prossimo anno scolastico “che garantiscano una equa distribuzione degli alunni stranieri e una equa dimensione delle classi”.
A ringraziare il dirigente regionale è stato il sindaco Cisint, in quanto ha “preso in mano il problema della scuola dell’infanzia di via Roma, nonostante i tempi per la stesura dei programmi fossero già chiusi, che incardinata all’istituto comprensivo Randaccio nell’anno scolastico 2018-2019 potrà aprire con due sezioni e quattro insegnanti”.
“Assieme ai dirigenti scolastici e agli insegnanti abbiamo lavorato molto per ridare attrattività alle scuole monfalconesi. Avevamo ereditato una situazione molto difficile con sezioni di scuola dell’infanzia in cui la presenza dei bambini non italofoni arrivava al 98/99%, una situazione che non era mai stata affrontata con conseguenze gravissime visto che le famiglie monfalconesi avevano iniziato a lasciare le scuole cittadine” racconta il primo cittadino. “Oggi con la firma di questo accordo, dettato dal buon senso oltre che dal lavoro sinergico di tutti, recuperiamo la presenza di famiglie italiane, dimezzando la migrazione che lo scorso anno era stata di 80 famiglie. Nello specifico infatti l’accordo prevede che nelle classi la percentuale di alunni stranieri non italofoni sia al massimo del 45% “allo scopo di dare risposte ai bisogni dei bambini e delle famiglie”. Per ora siamo intervenuti con la scuola dell’infanzia, e ringrazio tanto più l’ufficio scolastico regionale perché non è scuola dell’obbligo, poi passeremo alla primaria”. Una volta di più sottolinea che è necessario che Fincantieri si assuma le responsabilità e le conseguenze della scelta di un modello produttivo, quello dell’appalto e subappalto, che porta in città una presenza massiccia di immigrati e conseguenti disagi anche a livello scolastico. “Ho già informato il presidente Fedriga e l’assessore regionale Rosolen, che condividono: il disagio portato deve essere ripagato in servizi e se ci sono famiglia di stranieri che non avranno posto nelle scuole cittadine e non accettano le soluzioni che abbiamo messo loro a disposizione (per esempio i pulmini per andare nelle scuole di altri comuni) vadano a bussare alla porta di Fincantieri, che deve rispondere perché altrimenti non metteremo mai la parola fine all’iperbole della presenza straniera”.
“Non deve essere il punto finale di un percorso, ma il punto iniziale, perché con l’accordo non si risolvono certo i problemi che arriveranno, ma si crea un metodo di lavoro che può aiutarci ad affrontare, preparati, gli anni scolastici a venire e trovare equilibrio in una situazione particolare come quella di Monfalcone” sottolinea il direttore regionale Giacomini, che riconosce che il lavoro è complicato perchè ci sono una serie di attori che devono intervenire, in particolare per l’allocamento di risorse e fa un appello alla Regione per un corretto dimensionamento scolastico anche da un punto di vista delle strutture “perchè dobbiamo avere edifici salubri in cui far entrare i ragazzi”. Riconosce che il lavoro fatto per la scuola di via Roma è importante “anche perchè abbiamo dato attenzione massima ad una segmento scolastico non obbligatorio. Il passo è giusto, ma è solo un tampone per garantire qualità all’anno scolastico che inizierà a settembre. Il dialogo deve quindi continuare e avviarsi sinergicamente anche con l’amministrazione regionale”. E propone quindi, con il pieno accordo di Cisint e ricordando di essere un caso unico a livello nazionale visto che il filo con la Regione è diretto non essendoci più le province, di creare un sistema scolastico regionale a cui far partecipare tutti i soggetti interessati per produrre servizi e qualità nel mondo scolastico. “Anzi mi piacerebbe chiedere l’attivazione di un Laboratorio Nazionale Fvg che potrebbe essere modello sperimentale per tutti, con sistemi integrati e risparmio di risorse e servizi migliori”.