Maggiore legame con l’italianità rispetto alla friulanità, più corsi di lingua per rinsaldare i legami con la terra di origine, rafforzamento delle reti sociali creati dai nuovi media e mappatura di quel mondo sommerso di nostri corregionali che sfuggono alla banca dati ell’Aire ma che rappresentano una buona fetta degli emigranti nel mondo. Sono questi solo alcuni degli elementi emersi nel weekend a Porcia nel corso della seconda giornata (venerdì 24 l’inaugurazione) di lavori del 38. raduno dei pordenonesi nel mondo, l’iniziativa organizzata dall’Efasce con il sostegno della Regione, Provincia, Comune di Porcia, Camera di Commercio, Fondazione Crup e la Banca di Credito cooperativo del Pordenonese.
Al tavolo dei relatori si sono seduti i protagonisti della vecchia e nuova emigrazione. A confronto Luigi Bernardis da Londra, Alessandro Battiston da Berlino, Philips Mc Intyre da Città del Capo, Loretta Cal da Toronto, Vicente Vezzato da Buones Aires e Zelia Brandalise dal Villa Flores in Brasile. Giovani e meno giovani, appartenenti alla prima ma anche seconda e terza generazione, si sono confrontati nel corso di un dibattito sulle esperienze che stanno portando avanti nei rispettivi paesi per tenere vivo il legame con il Friuli Venezia Giulia. Come emerso durante l’incontro i nuovi strumenti della rete diventano un potente aggregatore di interessi tra quanti vivono fuori dal confine ma vogliono mantenere il contatto con la regione. Soprattutto i più giovani hanno ricordato come facebook permetta di intercettare quanti vivono in un paese ma non sono iscritti all’Aire. “Già andando a trovare loro – hanno detto Alessandro Battiston e Philips Mc Intyre – potremmo allargare la nostra rete. E forse sono proprio loro quelli che hanno più bisogno – ha aggiunto Luigi Bernardis – di una rete di “appoggio” quando sono all’estero e conoscono poco il paese. Insomma riscoprire e rivalutare attraverso il network elettronico l’aspetto sociale di Efasce, ente in cui questo elemento è fondante”.
La lingua e la conoscenza dei luoghi dove hanno vissuto gli avi resta però il denominatore comune tra vecchia e nuova generazione. “Nella nostra associazione – ha detto Vezzato – ci troviamo fianco a fianco con veneti, calabresi, siciliani. L’identità non sta quindi nella friulanità ma nella lingua comune che tutti noi usiamo, ossia l’italiano, che dovremmo rafforzare con corsi specifici. Lezioni – ha aggiunto Loretta Cal – che si potrebbero tenere anche in Italia per chi fa una lunga vacanza in questa regione. Ai corsi si potrebbero abbinare le visite a quelle realtà che spesso vengono raccontate da genitori e nonni emigranti ma che assumono valore diverso se visti con i propri occhi. In parte gli young adults con l’Efasce stanno già facendo la stessa cosa, e quando tornano a casa si sentono più vicini alla realtà italiana e partecipano poi con spirito diverso alle iniziative legate agli emigranti all’estero”.
Soddisfazione per l’esito dell’incontro è stata espressa al termine dei lavori dal presidente dell’Efasce Michele Bernardon. “Dalle parole dei nostri protagonisti – ha detto – sono emersi numerosi spunti interessanti che intendiamo fare nostri traducendoli in progetti concreti. Inoltre questo prezioso bagaglio lo porteremo come nostro contributo agli stati generali dell’emigrazione che la Regione ha programmato ad ottobre”. Dal canto suo il vicepresidente della giunta regionale Sergio Bolzonello ha apprezzato lo sforzo compiuto dall’Efasce per stare al passo con i tempi in un mondo, quello dell’emigrazione, che sta cambiando pelle. “Ho colto nelle parole dei protagonisti al tavolo – ha detto il vicepresidente – una grande disponibilità a mettersi in gioco per portare avanti con impegno progetti e proposte per gli italiani all’estero. Non vedo quindi nell’Efasce il problema del ricambio generazione, tema che invece spesso attanaglia questo mondo. La Regione in questa partita farà la sua parte, convinta che gli emigranti siano una importante risorsa».
Domenica la terza e ultima giornata con la Messa in Duomo a Porcia celebrata dal vescovo di Concordia-Pordenone, Giuseppe Pellegirni, e, a seguire, la consegna del premio Odorico al sequalsese Luigi De Martin a Villa Dolfin. E’ il classico esempio di colui che preferisce il fare all’essere. Luigi De Martin classe 1941, originario di Sequals è il Premio Odorico da Pordenone 2015 istituito dalla Provincia in collaborazione con l’Efasce, Ente friulano assistenza sociale e culturale agli emigranti. Dalle sue operose mani, e grazie a un elevato ingegno, hanno preso corpo pavimenti, decorazioni, insomma preziose opere che hanno abbellito boutique delle più prestigiose maison della moda, abitazioni di sultani e principi in tutto il mondo.
A consegnare il riconoscimento è stato l’assessore provinciale alla cultura Elisa Coassin che ha sottolineato come “dal nostro territorio sono partite per necessità e, a volte, anche disperazione, tante persone. Molte di loro grazie alla capacità di fare relazioni e alla gran voglia di lavorare sono riuscite poi a eccellere. Siamo quindi due volte orgogliosi: per quanto hanno saputo fare all’estero e per quanto oggi restituiscono in termini di riconoscenza e insegnamento alle nostre nuove generazioni”. Oltre al Sindaco della città di Porcia Giuseppe Gaiarin, cha ha ospitato il premio nella splendida cornice della barchessa di Villa Dolfin, era presente anche il collega di Sequals Lucia D’Andrea artefice della segnalazione. “Come avrete capito – ha raccontato – non è stato facile convincere il nostro concittadino a essere presente. E’ un uomo di altri tempi, di quelli che amano più i risultati che le apparenze. Il mio grazie di cuore va alla nipote Nicole che mi ha aiutato a ricostruire la storia e a entrare in contatto con l’azienda per la quale ancora De Martin lavora”. Ditta (la Fantini Mosaici), che ha sede a Milano ma il cui titolare è originario di Barcis.
Una storia che merita davvero di essere raccontata, quella di Luigi De Martin anche conoscendo particolari curiosi di una vita al fianco di grandi personaggi. Come quella volta che in un hotel in Nigeria, insieme all’attore Walter Chiari, De Martin ebbe modo di incontrare Pelè con il quale palleggiò nella hall non potendo uscire all’esterno in quanto era in corso un colpo di stato. Oppure il suo incontro con Gianni Versace “persona discreta ma molto attenta ai dettagli con il quale ho avuto spesso modo di confrontarmi anche al di là degli aspetti strettamente legati al lavoro. Una persona veramente squisita con cui è stato bello lavorare”. Qualche battuta è stata riservata anche all’ex primo ministro Silvio Berlusconi per il quale De Martin ha pavimentato e decorato quasi tutte le sue abitazioni da Arcore fino alla residenza estiva in Sardegna.
Con la consegna del Premio Odorico da Pordenone, scende il sipario sulla terza giornata della 38^ edizione del Raduno Efasce, iniziata con la deposizione di una corona di alloro al Monumento dei Caduti alla presenza di autorità militari e civili in piazza Remigi. “Nel salutarci e dandovi l’arrivederci al 2015 – ha sottolineato il Presidente del sodalizio Michele Bernardon – lascio a ognuno di noi, politici, istituzioni, emigranti e giovani presenti alla nostra tre giorni, un compito: utilizzare i nuovi strumenti tecnologici come il nostro portale “pordenonesi nel mondo” per fare in modo che il legame tra la nostra terra e coloro che da qui sono partiti, diventi sempre più forte e soprattutto sia da esempio per i nuovi modelli di emigrazione”. Auspicio che era stato rivolto anche da S.E. il Vescovo di Pordenone Giuseppe Pellegrini nella Santa Messa del mattino che ha invitato tutti a mettere in pratica il sentimento dell’accoglienza.