Questa mattina, nel Parco San Valentino di Pordenone, si è svolta la commemorazione di Giovanni Palatucci, Questore di Fiume, Medaglia d’Oro al Merito Civile e riconosciuto Giusto tra le Nazioni, per aver salvato dal genocidio migliaia di ebrei stranieri e italiani per onorare il suo sacrificio, nella settimana in cui ricorre l’anniversario.
Nell’anno 2021, era stato messo a dimora all’interno del parco un Liriodendro o Albero dei tulipani, una pianta d’alto fusto, che raggiunge i 40 metri di altezza e un’età di circa 400 anni, al fine di coltivare i valori della memoria e del ricordo.
La Questura di Pordenone e l’Amministrazione comunale hanno scelto il Parco cittadino, particolarmente frequentato dalle famiglie, dai giovani, dagli studenti e dagli sportivi, come luogo emblematico dove celebrare il ricordo del valoroso Dirigente di Polizia.
Nel corso della cerimonia, presenti il Questore di Pordenone Luca Carocci, il Prefetto Domenico Lione, il Sindaco Alessandro Ciriani, il Vescovo della Diocesi di Concordia-Pordenone monsignor Giuseppe Pellegrini e una rappresentanza della Sezione provinciale dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato, è stato deposto un omaggio floreale alla targa commemorativa, apposta ai piedi di un albero, con la benedizione del Vescovo e l’intonazione delle note del silenzio d’ordinanza.
Palatucci era nato a Montella (AV) il 31 maggio 1909 e all’indomani della promulgazione delle leggi razziali del 1938 era in servizio all’Ufficio Stranieri della Questura di Fiume, dove, divenendo Reggente della Questura stessa, salvò la vita a migliaia di ebrei e persone perseguitate, fornendo loro documenti falsi e favorendone l’invio a un campo di raccolta in provincia di Salerno, dove era Vescovo lo zio Giuseppe Maria Palatucci, che li prese sotto la propria protezione.
Il precipitare degli eventi, dopo l’8 settembre 1943, fece sì che Palatucci rimanesse solo a reggere la Questura di Fiume e, un anno dopo, fu arrestato dalla Gestapo e condannato a morte, pena commutata nel carcere a vita. Fu quindi internato nel campo di concentramento di Dachau, dove morì il 10 febbraio 1945, all’età neanche di 36 anni.
Per le sue opere di bene, nel 1990 è stato proclamato Giusto tra le Nazioni e nel 2004, al termine del processo di canonizzazione, è stato proclamato Servo di Dio.