Una volta c’erano le ‘pulizie di primavera’, cioè le grandi manovre che all’arrivo della bella stagione le casalinghe mettevano in atto per riordinare e pulire la casa da cima a fondo: dal cambio degli armadi, al lavaggio tende e materassi fino alla sistemazione del giardino. Oggi i ritmi di vita sono diversi e i vari lavori necessari in ogni casa sono spalmato durante tutto l’arco dell’anno, negli spazi di tempo lasciati liberi dal lavoro e dalle varie attività della famiglia. Spesso, per facilitarsi le cose, si fa ricorso alle regole di una disciplina che si chiama “decluttering” e che consiste nel liberarsi degli oggetti in eccesso e nell’organizzare meglio gli spazi della propria casa, dalle stanze ai cassetti. In alcuni casi si ricorre proprio all’aiuto di professionisti che forniscono informazioni, strategie ad hoc e supporto pratico per strutturare una nuova e più efficiente organizzazione dei propri luoghi di vita e di lavoro.
Nella nostra regione il ruolo di professional organizer si raggiunge dopo aver seguito alcuni corsi sul tema. Come Elena Gremese di Udine, che svolge questa professione assieme alle colleghe Alessandra Janousek, Chiara Pignolo e Irene Portinari. “Il decluttering è molto importante: serve a fissare il punto su ciò che ci serve o ci piace rispetto a ciò che ingombra la nostra casa – spiega Gremese -. E’ una forma di consapevolezza, perché ci permette di capire cosa davvero vogliamo intorno a noi e a dare il giusto valore agli oggetti. Liberarsi di cose che teniamo da molto tempo non è facile, per cui si suggeriscono alcuni passaggi intermedi”.
“Invece di buttare via qualcosa si può trasformare (per esempio una vecchia t-shirt a cui siamo affezionati può diventare la federa di un cuscino) oppure si può regalare, pensando che possa essere ancora utile a qualcun altro. Il decluttering è un processo lungo, ma praticandolo si migliora. Soprattutto si acquisisce una nuova mentalità nell’acquisto di oggetti nuovi, che non si comprano senza prima averne valutato l’utilità e il piacere che ci portano”. Il professionista dell’organizzazione offre ai clienti un supporto tecnico. “Chi ci cerca lo fa perché si sente sopraffatto e non riesce a portare a termine la riorganizzazione. La nostra prima azione è valutare la situazione in base alle necessità del cliente e alle sue inclinazioni. Stabiliamo quindi un percorso che sia il più adatto, cosicché la persona possa acquisire un metodo che potrà portare avanti nel tempo”.
Le 5 regole dell’organizzatore felice
1) ELIMINARE. Procedere con il decluttering significa selezionare gli oggetti che possediamo ed eliminarne una parte. Prima di liberarcene suddividiamoli in categorie (es: calzini, maglioni, scarpe) Per decidere quali tenere e quali no chiediamoci cosa ci serve ancora e cosa ci piace.
2) COLLOCARE. Gli oggetti che decidiamo di tenere vanno sistemati secondo un ordine preciso, per evitare di generare nuova confusione al primo utilizzo. I più accessibili devono essere quelli che usiamo più frequentemente, mentre possiamo mettere gli altri in posizione più defilata, cioè indietro o in alto.
3) CONTENERE. Usare contenitori per sistemare le varie categorie di oggetti rende più facile mantenere l’ordine. In un’ottica di salvaguardia dell’ambiente, inoltre, si possono sfruttare scatole e scatoloni che sono già in casa, per esempio quelle di smartphone e tablet o di elettrodomestici vari.
4) REGOLA DEI 3/4. Ogni spazio – cassetto, anta dell’armadio, persino le superfici di una stanza – andrebbe riempito al massimo per 3/4 del suo volume. Il restante quarto va lasciato vuoto per evitare l’accumulo e poter mantenere più facilmente l’ordine.
5) SERENITA’. La nuova organizzazione degli spazi e gli oggetti che decidiamo di tenere nella nostra vita devono regalarci piacere e comodità. Lo stesso deve succedere per i nuovi acquisti che porteremo in casa. L’obiettivo infatti, è solo uno: vivere al meglio. Inutile imporsi un ordine che ci costa fatica mantenere, meglio accontentarsi di un’organizzazione meno perfetta, ma più consona al nostro stile di vita.