Ritorna sabato 5 marzo, a Ronchi dei Legionari, dopo due anni di stop, la cerimonia promossa dall’amministrazione comunale in ricordo delle medaglie d’oro Ugo Polonio, morto sulle alture di Vermegliano il 21 ottobre 1915 durante la prima guerra mondiale ed Ottone Pecorari, scomparso nel 1936 in una terra lontana, in Africa durante la guerra coloniale, e l’autiere Corrado Miniussi, insignito di medaglia di bronzo.
La cerimonia avrà inizio alle 10.30 con l’esecuzione dell’inno d’Italia eseguito dal corso della Società filarmonica “Giuseppe Verdi”, mentre successivamente verrà data lettura delle motivazioni che accompagnarono la concessione delle tre medaglie. Alle 10.40 gli interventi del sindaco, Livio Vecchiet, cui seguirà il saluto del parroco di San Lorenzo, don Ignazio Sudoso e l’esecuzione dell’inno europeo sempre da parte della corale ronchese. Il tutto ai piedi del monumento che ricorda Polonio e Pecorari e che fu eretto nel 1921 per ricordare Polonio, mentre, domenica 15 ottobre 1950, fu aggiunta una lapide in ricordo di Pecorari. Era il 21 ottobre del 1915, quando il sottotenente Ugo Polonio fu ferito mortalmente sulle pendici carsiche sopra Vermegliano. Fu trasportato nella chiesa di Santo Stefano dove poi spirò e venne sepolto in un campo posto a lato della attuale viale Garibaldi.
Il 20 ottobre del 1940, in occasione della visita a Ronchi dei Legionari di Benito Mussolini, l’allora capo del governo incontrò anche i genitori della medaglia d’oro Ottone Pecorari. Furono i volontari giuliani, nel 1921, a voler erigere il monumento dedicato all’irrendentista triestino classe 1897. Nel 1929, ancora, esso venne sostituito da un cippo ad obelisco in pietra, eretto dall’Opera nazionale balilla di Trieste e, nel 1950, ancora risistemato dopo la decisione di dedicare un cippo anche a Pecorari. Pecorari, bersagliere del terzo reggimento, era nato a Corona di Mariano del Friuli nel 1913, ma la sua famiglia, poi, si trasferì proprio a Ronchi dei Legionari.
Durante le guerre coloniali egli fu protagonista di un eroico gesto sulle alture di Belesat-Amba Aradam, in Africa, il 15 febbraio del 1936, quando si lanciò in difesa di una postazione minacciata dal fuoco nemico. Trovò la morte, ma il suo gesto fu riconosciuto per la sua grande destrezza. Nell’occasione della cerimonia di sabato verrà anche ricordato l’autiere Corrado Miniussi, insignito della medaglia di bronzo. Sarà presente il gonfalone cittadino scortato dalla Polizia locale.