Un San Lorenzo diverso dal solito quello che, a Ronchi dei Legionari, è stato vissuto con la celebrazione di una messa solenne presieduta, al palaroller degli impianti di base, dal decano don Paolo Zuttion e alla presenza dei sacerdoti che prestano o hanno prestato la loro opera nella cittadina. Diverso perché è stato il primo, dopo tanti anni, senza don Lorenzo Boscarol, scomparso lo scorso maggio.
Una cerimonia, quella impreziosita dalle note delle Idee in coro, diretto da Roberto Lizzio, alla quale hanno preso parte centinaia di fedeli, con il gonfalone scortato dalla Polizia locale, il labaro dell’associazione nazionale alpini e alla presenza, tra gli altri, del consigliere regionale, Diego Moretti e del nuovo vicecomandante della stazione Carabinieri, maresciallo Pasquale Seta.
Quest’anno il comitato monsignor Mario Virgulin, d’intesa con la parrocchia, ha deciso di dedicare il premio della bontà 2021 alla memoria del proprio parroco, don Boscarol, scoprendo una targa a lui dedicata che sarà affissa nella chiesa arcipretale di Ronchi dei Legionari a imperitura memoria del suo operato.
“Don Renzo – ha detto la presidente Fiorella Huala – ha dedicato la sua vita all’accoglienza e al sostegno dei poveri, non ignorando così l’esempio del nostro Santo patrono Lorenzo e facendo della carità il principio fondante del suo ministero sacerdotale. Ha lasciato a noi un grande esempio ma contemporaneamente anche un grande impegno: continuare a percorrere infaticabilmente la strada da lui tracciata”.
Nell’occasione, poi, sono stati festeggiati padre Renato e monsignor Ignazio Sudoso per il traguardo raggiunto di 50 e 25 anni di ordinazione sacerdotale. A don Paolo Zuttion è andato un sentito ringraziamento per l’impegno assunto nei confronti della comunità a seguito della scomparsa di don Renzo. A loro è stato fatto dono di una capsula come segno della riconoscenza per il loro impegno, la loro testimonianza e la vicinanza alla nostra comunità. E una fotopittura raffigurante don Renzo è stata donata dall’instancabile amico Federico Leban.
Alla celebrazione anche una rappresentanza del Comune gemellato di Wagna. “Rispetto a un anno fa molte cose sono cambiate. Purtroppo tra di noi – ha detto il sindaco, Livio Vecchiet – è assente don Renzo che, per tanti anni, è stato l’artefice di questa ricorrenza. Il Covid l’ha strappato alla vita terrena e ha lasciato un grande vuoto in questa comunità. Mi è obbligatorio ricordare che dal momento della sua malattia a oggi delle nostre parrocchie si è fatto carico don Mirko, a cui va tutta la nostra stima e ringraziamento per quanto fatto fino a oggi, a nome di tutta la comunità. Ma oggi è anche doveroso ricordare che, in questo difficile periodo, tanti cittadini e tante associazioni hanno riscoperto il valore della solidarietà”.
“Sarebbe bello che tutti iniziassimo a pensare non solo a noi stessi ma a noi al plurale, al bene della nostra comunità, al suo futuro. Tutto questo può avvenire solo con la collaborazione reciproca tra istituzioni, Comune, parrocchie e tra cittadini. Dobbiamo fare comunità, ritrovare e rafforzare il senso di appartenenza. Dobbiamo affrontare le difficoltà assieme, e, se possibile – ha concluso – almeno indicare le modalità per superarle”.
La città tutta si riconosce nella figura di San Lorenzo martire, cristiano che viene ricordato con l’episodio nel quale, alla richiesta dell’imperatore romano di mettere a disposizione dello stato i tesori della chiesa, il Santo radunò davanti dell’imperatore i poveri della città di Roma, dichiarando che “Queste sono le ricchezze della chiesa”.