Nelle ultime settimane si è intensificata la campagna a sostegno della liberazione del professor Ahmadreza Djalali, considerate anche le sue precarie condizioni di salute.
Anche l’Università di Trieste, come numerose istituzioni italiane e internazionali si unisce alla richiesta del network SAR – Scholars at Risk, alla campagna di Amnesty International e aderisce all’appello della CRUI, per fermare l’esecuzione ed ottenere l’immediata scarcerazione del dott. Ahmadreza Djalali, ricercatore iraniano, esperto di Medicina dei disastri e assistenza umanitaria, detenuto in carcere in Iran dal 25 aprile 2016.
Il dottor Ahmadreza Djalali ha lavorato presso il Karolinska Institutet di Stoccolma, dove ha completato il suo dottorato, la Vrije Universiteit di Bruxelles e infine presso l’Università del Piemonte Orientale di Novara. Nel 2016, invitato dalle Università di Teheran e Shiraz per tenere alcuni seminari, viene arrestato.
Di recente è giunta la notizia alla comunità internazionale che il dottor Ahmadreza Djalali è stato trasferito in un carcere diverso da Evin e che potrebbe ancora essere trasferito presso il carcere Rajai Shahr per l’esecuzione della pena capitale.
Sar Italia si è unita alla Crui e alla Federazione Italiana per i Diritti Umani Fidu nelle azioni di advocacy in favore del dottor Ahmadreza Djalali e appoggia una petizione che sarà inviata all’alto commissario europeo Borrel, chiedendo una presa di posizione da parte delle istituzioni europee.
Il presidente della Crui, professor Ferruccio Resta, ha indirizzato una lettera appello all’Ayatollah Ali Khamenei, a pieno sostegno dell’immediato rilascio di Ahmadreza Djalali.