Sembra vicina alla conclusione la vicenda delle bollette telefoniche a 28 giorni, su cui si è recentemente espresso il Consiglio di Stato. L’organo giurisdizionale ha infatti respinto i ricorsi degli gli operatori telefonici Fastweb, Vodafone e Wind-Tre e li ha di fatto obbligati a rimborsare gli utenti per ogni giorno eroso illegittimamente con il “giochetto” delle fatture a 28 giorni. Per Tim, invece, si aspetta una decisione nei prossimi giorni.
“Da giugno 2017 gli utenti della telefonia si sono trovati questa sorpresa in bolletta, il conteggio a 28 giorni. Ciò significava che, in un anno, alla fine un utente finiva col pagare un mese in più al gestore – spiega Barbara Puschiasis, presidente dell’associazione Consumatori attivi -. Gli operatori hanno fatto cartello e l’utente non avrebbe potuto cambiare. L’autority, in questo caso l’Agicom, a fine 2017 si è pronunciata rilevando la scorrettezza e imponendo sia la restituzione dei soldi pagati in più, sia il ritorno a una tariffazione secondo i mesi. Per i rimborsi, però, stiamo ancora aspettando”.
Questa situazione ha riguardato 72 milioni di consumatori, se si considerano gli utenti di linea fissa (12 milioni) assieme a quelli della linea mobile. A 13 miliardi di euro, invece, ammonta il valore di mercato in gioco. I rimborsi dovrebbero andare dai 20 ai 60 euro a utente.
“Siamo in attesa delle istruzioni da parte dell’Agicom – precisa ancora la Puschiasis -, anche se è vero che il Garante aveva già indicato che questi risarcimenti avrebbero dovuto avvenire in maniera veloce e automatica. La via migliore sarebbe quella del rimborso ‘compensativo’, cioè, in pratica, scontando l’importo nella bolletta. Tim, Vodafone, Wind-Tre e Fastweb, però, stanno già portando avanti una strategia alternativa, offrendo ai propri clienti promozioni e servizi aggiuntivi, rispetto ai piani contrattuali, gratuitamente. Nella maggior parte dei casi si tratta di più ‘minuti’ di conversazione utilizzabili al mese, o di più ‘Giga’, ma può trattarsi anche di sconti per dei viaggi. Questi servizi in più, però, sono intesi dall’operatore come compensazione del denaro che deve all’utente. Quello che lamentano le associazioni di consumatori, però, è che queste offerte sono poco trasparenti, perché in genere chi accetta le offerte non potrà ricevere i rimborsi veri di legge”.
Resta in sospeso anche la situazione di quanti, dal 2017 a oggi, hanno cambiato compagnia telefonica.
“Anche in questo caso attendiamo le disposizioni dell’Agicom, ma la logica ci suggerirebbe di far pagare il rimborso al gestore ‘vecchio’, quello, cioè, che ha fatto pagare le bollette a 28 giorni”.