Farmaci contro le depressione: dal 2000 il loro consumo è cresciuto di oltre il 600 per cento. E, anno dopo anno, l’aumento non ha accennato a diminuire. Stando ai numeri del Rapporto Osservasalute 2014, che riprende i dati dell’Aifa, 15 anni fa le dosi medie giornaliere ogni mille abitanti del Fvg erano 5,5. Nel 2013 nella nostra regione siamo arrivati a quota 33,7. Va detto anche che i friulani sono tra gli ultimi nella classifica italiana per questo tipo di consumo.
I motivi di tale escalation sono diversi. “Da una parte – spiega il segretario della Fimmg, Romano Paduano – si è cominciato a curare con gli antidepressivi casi che prima non venivano considerati. Insomma, è cresciuta l’attenzione verso questo tipo di disturbi. Dall’altra, le nuove molecole messe in commercio hanno molti meno effetti collaterali rispetto a quelle più datate. Se, quindi, una volta il farmaco era impiegato solamente per le forme più gravi, ora, essendo meno pericoloso, può essere utile anche per casi più lievi. Infine, l’incremento della depressione è causato anche dalla crisi, che certo non ha favorito la serenità”. Inoltre, dice il Rapporto Osservasalute, “l’incremento dei consumi è anche dovuto all’utilizzo, sempre più frequente, di tali farmaci come parte integrante della terapia di supporto di soggetti affetti da gravi patologie oncologiche e cronico-degenerative”.
Oltre alla depressione, i friulani devono fare i conti pure con l’ansia e con l’insonnia, che sono trattati con altre sostanze (benzodiazepine, derivati e analoghi, si veda l’articolo principale), anche se i pazienti che ne fanno uso possono essere gli stessi che sono in cura per la depressione. Va detto che le benzodiazepine dovrebbero essere assunte solo per alcuni giorni, per allievare le crisi più forti, dopo di che si corre il rischio di diventarne dipendenti e l’astinenza si presenta con la stessa sintomatologia che si vorrebbe curare. Complessivamente, quindi, per ansia, depressione e insonnia nella nostra regione si assumono circa 97 dosi giornaliere acquistate in farmacia, il 6,5 per cento del consumo complessivo.