Fondi regionali per garantire l’accesso ai master universitari di secondo livello e braccia aperte, sotto il profilo del diritto allo studio legato all’emergenza bellica, anche nei confronti di studenti, dottorandi e docenti provenienti dall’Ucraina.
La VI Commissione permanente, presieduta da Giuseppe Sibau (Progetto Fvg/Ar), ha chiuso la sua seduta interamente dedicata al tema dell’istruzione esprimendo parere favorevole all’unanimità al testo aggiornato che determina le linee guida per l’attuazione da parte dell’Agenzia regionale per il Diritto allo studio (Ardis), delle finalità, degli interventi e dei servizi in materia di Diritto allo studio universitario (Dsu) per il triennio 2021-24.
Due i punti particolarmente significativi del documento, indicati in sede introduttiva dall’assessore regionale a Lavoro, Formazione, Istruzione, Ricerca, Università e Famiglia, Alessia Rosolen. “La scorsa settimana – ha premesso – abbiamo apportato le variazioni, trovando il parere unanime di tutti gli intervenuti. La prima riguarda un argomento che avevamo lasciato alle definizioni concordi di Ardis, università, Sissa, conservatori e Accademia Tiepolo riguardo il percorso da seguire: i master universitari di secondo livello che, fino all’ultima programmazione 2014-20, erano legati a un finanziamento che passava attraverso le risorse messe a disposizione dal Fondo sociale europeo. Gli atenei, tuttavia, hanno rilevato alcune difficoltà di rendicontazione e di utilizzo delle risorse. Quindi, per intervenire con fondi regionali equivalenti e rendere più agevole il percorso di assegnazione dei contributi, abbiamo delegato ad Ardis il confronto tecnico con le altre realtà”.
“Condivisione unanime – ha proseguito Rosolen – ha inoltre riguardato i contributi per i master di 1° livello, la percentuale di lezioni in presenza che lo studente deve seguire per ottenere i benefit (max 3mila euro per borsa di studio non cumulabile con altri interventi pubblici o privati) e le modalità di acquisizione delle domande”.
Il secondo tema fondamentale era invece legato all’accoglienza degli studenti costretti a lasciare l’Ucraina: “Tutto il sistema – ha sottolineato l’assessore – ha risposto all’appello, insieme all’Amministrazione regionale, consentendo di predisporre tutte le azioni di ospitalità e di accoglienza, nonché i percorsi di studio, rispetto le disponibilità offerte dal nostro territorio”.
La consigliera Chiara Da Giau (Pd), dichiarando la sua condivisione “in merito a modifiche e aggiornamenti, soprattutto quando frutto di accordo”, ha espresso l’auspicio che “lo stesso atteggiamento meritevole venga replicato in futuro anche nei confronti delle vittime di altre situazioni di emergenza”. Quindi, ha chiesto dettagli in merito alla ripartizione dei fondi regionali tra il Consorzio universitario di Gorizia e quello di Pordenone, su eventuali azioni per aiutare i giovani nell’affrontare l’aumento delle bollette e anche sui servizi psicologici riservati agli studenti.
Su quest’ultima esigenza, Rosolen ha ricordato che “il servizio psicologico ha avuto un’evoluzione diversa nelle singole università regionali. La situazione emergenziale degli ultimi due anni ha ampliato le richieste di accesso e da quasi un anno siamo intervenuti a supporto. È in via di definizione una convenzione (dopo aver già dirottato ad Ardis un contributo nazionale da 190mila euro per le Politiche giovanili), volto a lanciare un ulteriore percorso insieme all’Ufficio scolastico regionale e all’Ordine degli Psicologi, coinvolgendo anche gli studenti delle superiori e utilizzando 300mila euro messi in sede di bilancio a disposizione delle famiglie”.
Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), pochi minuti prima contrario all’aggiornamento del “Piano triennale per lo sviluppo dell’offerta formativa e riparto delle risorse, in questo caso si è espresso positivamente, raccomandando però “un ruolo più attivo su Gorizia, soprattutto in vista del grande evento del 2025, favorendo attraverso un Tavolo le integrazioni o le collaborazioni transfrontaliere interuniversitarie”. Inoltre, ha invitato a considerare l’importanza “di un Friuli Venezia Giulia che possa consacrarsi come polo di attrazione, anche attraverso l’abbattimento dei costi degli alloggi. Senza dimenticare – ha concluso – il diritto di poter svolgere un dottorato di ricerca, monitorando gli atenei per capire quanti sono gli studenti idonei ma che, purtroppo, hanno dovuto rinunciare a questa opportunità. Il documento è comunque pregevole”.