È una storia feconda e lunga quarant’anni quella del diaconato permanente nell’Arcidiocesi di Udine: era, infatti, la Pentecoste del 1981, precisamente il 7 giugno, quando furono ordinati i primi sei diaconi. Oggi la comunità diaconale conta trenta componenti. Nel solco di questa lunga tradizione, domenica 20 giugno alle 16.30 in cattedrale a Udine, presieduta dall’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, si terrà la solenne celebrazione con l’ordinazione di due nuovi diaconi.
Si tratta di Guglielmo Cocco, 59 anni, medico a Udine, la cui chiamata al diaconato affonda le radici nei tanti anni nel Cammino neocatecumenale. “Ma questa chiamata si è manifestata più chiaramente nella partecipazione attiva alla vita parrocchiale – ha spiegato al settimanale diocesano La Vita Cattolica –, dapprima cercando di aiutare il parroco e poi quando ci siamo trovati, per un periodo, del tutto senza parroco”. Cocco è responsabile del Coordinamento diocesano “Persona, famiglia e vita”.
Paolo Comelli, 50 anni, proviene dalla Parrocchia di Godia. Sposato con Annalisa, è padre di tre figlie. “La chiamata al diaconato è diventata per me un bel fuoco nel 2010, quando facevo catechismo nella parrocchia di Godia – ha raccontato sempre al settimanale diocesano –. All’inizio pensavo che questa chiamata fosse un’emozione passeggera; più i giorni passavano e più sentivo crescere questo fuoco”.
Il diacono permanente nella Chiesa è per il servizio e la sua figura è strettamente legata al vescovo: questi, infatti, impone le mani e trasmette il dono dello Spirito all’eletto durante la liturgia dell’ordinazione. Ad immagine di Cristo, servo dell’umanità, il diacono è chiamato a esercitare in primo luogo il servizio della carità nelle infinite forme che la vita odierna domanda e suggerisce (nel mondo del lavoro, della scuola, negli ospedali, nelle carceri), ma anche il servizio della liturgia assistendo il Vescovo e i presbiteri durante le celebrazioni e quello dell’annuncio evangelico in tutte le sue modalità.
I diaconi permanenti, che non sono preti, non possono presiedere l’Eucaristia, tuttavia possono amministrare il battesimo, distribuire la comunione, benedire il matrimonio cristiano, proclamare il Vangelo e predicare oltre che presiedere le esequie. Possono essere ordinati tra i battezzati celibi e anche tra coloro che sono sposati.