Può contare su altri fondi, a Ronchi dei Legionari, la dotazione che l’amministrazione comunale utilizza per la cura delle colonie feline presenti nella cittadina. Altri 750 euro che portano a quasi 11mila euro gli stanziamenti per le sterilizzazioni, ma anche per le eventuali cure conseguenti, così come per un monitoraggio sanitario continuo dei gatti che vivono in libertà sul territorio comunale.
Attualmente sono presenti 52 colonie feline, mentre i gatti seguiti dalla municipalità ronchese, con l’ausilio di alcuni volontari, tra cui quelli de La Cuccia e dal veterinario, dottor Fabio Puntin, sono oltre 600. Un piccolo esercito che non solo va sfamato, ma anche accudito, curato e seguito giorno dopo giorno senza mai arrestarsi. Perchè la cura degli animali non concede alcuna sosta. Un’attività per la quale amministratori e funzionari ringraziano i volontari che si occupano con dedizione e che collaborano in sinergia con il medico veterinario che mantiene costante la sua disponibilità. Dopo il delicato momento della cattura che viene eseguita con scrupolo da parte dei volontari, i gatti vengono contestualmente registrati ed iscritti nell’anagrafe felina, vengono sterilizzati in un ambulatorio veterinario e, se bisognosi, curati, in seguito vengono ricollocati in colonia sempre a cura dei volontari. Volontari che sono riconoscibili con appositi tesserini.
In sostituzione dell’Azienda sanitaria che, dal 2015, ha demandato ai Comuni la gestione delle colonie feline nella sua complessità ed interezza, l’ufficio problematiche ambientali dell’ente pubblico ronchese, gestisce la banca dati e coordina l’attività dei volontari con il medico veterinario incaricato. “E’ un bellissimo ed utile progetto – commenta l’assessore comunale all’ambiente, Elena Cettul – desidero esprimere un ringraziamento particolare a tutti i collaboratori ed in particolare a tutti coloro che, volontariamente, dedicano il loro tempo a questa delicata problematica.
Il controllo delle colonie, la loro gestione e la consapevolezza che ci sia qualcuno che da una mano alla comunità oltre agli organismi preposti a farlo, deve rallegrarci perché indice di civiltà”.