Dal punto di vista del reddito, quello femminile può essere considerato davvero il sesso debole. Per rendersene conto è sufficiente raffrontare la paga media per giorno lavorato di uomini e donne. Considerando tutti i dipendenti del settore privato, un occupato percepisce 98,07 euro lordi al dì. Per un’occupata, invece, ci sono solamente 67,25 euro: il 31,5 in meno. Insomma, l’altra metà del cielo ha non poche possibilità in più di essere povera nonostante abbia un lavoro.
Certo, dobbiamo considerare che molte donne lavorano a tempo parziale, magari per avere lo spazio necessario per badare ai propri figli. Ma anche togliendo dal conto le lavoratrici in questa particolare situazione (nel 2012 erano 66.105 contro 17.629 maschi), la retribuzione ‘rosa’ resta di molto inferiore. La ‘paga giornaliera’ arriva solamente a 83,36 euro.
Ciò vale per tutti i tipi di impiego.
Restando al tempo pieno, un’operaia riceve 67,32 euro al giorno, un operaio 80,50. L’impiegata media raggiunge gli 88,57 euro, il suo collega maschio 112,26. Se una donna fa parte dei quadri, avrà 173,61 euro, un uomo 199,24. Infine, anche ai ‘piani alti’ del lavoro dipendente privato, ovvero nel caso dei dirigenti, la differenza è notevole, sia per il numero delle persone assunte, sia per la retribuzione per giorno lavorato: le 240 donne ricevono 331,06 euro al dì, i 1.791 maschi (al lordo del tempo parziale) 430,10. L’unica eccezione è quella degli apprendisti, dove la sperequazione è questione di spiccioli: 55, 30 euro per l’apprendista ‘in rosa’, 55,89 per il ragazzo che impara il lavoro.