Anche a Udine abbiamo avvicinato alcuni studenti nella zona del centro studi. Promettendo di non filmarli, né tento meno di fotografarli, hanno accettato di rispondere alle nostre domande. La situazione non è diversa da quella del capoluogo del Friuli occidentale.
Tutti hanno candidamente ammesso di conoscere coetanei che fanno uso di droga, di aver fumato almeno una volta per provare, per entrare in un gruppo, per non doverne uscire. Per farsi accettare e non restare soli. E comunque passarsi una canna è come passarsi una bottiglia di birra. Non si fa male a nessuno e non è pericoloso.
Come procurarsela?
“C’è sempre un amico che conosce un amico e via dicendo. E’ facile conoscere chi spaccia fuori dalle scuole, o dentro la scuola: nei bagni c’è sempre un via vai ‘interessante’”.
Non è detto che si tratti di extracomunitari. “Piccole quantità si trovano facilmente anche tra compagni di classe. E’ ovvio che c’è sempre quello che le compra da qualcun altro. Ma quel qualcuno non è detto che si conosca. Anzi, che si faccia conoscere. E poi non c’è pericolo, visto che si fuma il sabato sera, o durante i pomeriggi nei quali non c’è niente da fare. Anche a casa propria, quando i genitori sono al lavoro. Basta aprire bene le finestre dopo”.
Soltanto quando abbiamo chiesto se conoscevano Alice, la studentessa trovata morta in un bagno della stazione, qualcuno è rimasto zitto. “Brutta storia, ma era andata troppo oltre. Di certo non può succedere a noi. Non sappiamo cos’è l’eroina. Stiamo lontani anche dalle pastiglie e dalla cocaina. Ci facciamo una canna in compagnia. Più in là non andremo mai”.
Droga: “Non finiremo mai come Alice”
Fuori dalla scuola a Udine - "Passarsi una canna è come passarsi una bottiglia di birra. Non si fa male a nessuno e non è pericoloso"
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