Una presenza importante e significativa caratterizza la giornata della memoria quest’anno al centro “Balducci” di Zugliano: Bruno Fabretti, deportato nei lager nazisti di Dachau, Neuengamme e Buchenwald e autore del libro ”Per non dimenticare” diario di un deportato. Ha raccontato – e sarà testimone sabato 27 gennaio al Balducci – il suo tremendo passato dopo oltre 50 anni di silenzio come un obbligo morale e civile, come un bisogno liberatorio e come una promozione sociale; chi ha vissuto il lager si sente depositario di una esperienza fondamentale, inserito nella storia del mondo, testimone per diritto e per dovere, frustrato se la sua testimonianza non è sollecitata e recepita, gratificato se lo è. Nell’ introduzione del libro “Per non dimenticare” Bruno Fabretti racconta le motivazioni della sua testimonianza.
“Siamo in molti (ma ogni anno il nostro numero diminuisce) a ricordare il modo in cui laggiù temevamo la morte. Se morremo qui in silenzio come vogliono loro, se non ritorneremo, il mondo non saprà mai di che cosa l’uomo è stato capace, di che cosa è tutt’ora capace; il mondo non conoscerà se stesso, sarà più esposto di quanto non sia ad un ripetersi della barbarie nazista”.
Presenta così Pierluigi Di Piazza la serata: “Da tanti anni continuiamo a mantenere fede alla giornata della memoria, mettendo insieme, ancora una volta in modo significativo, il Centro Balducci di Zugliano, il Comune di Pozzuolo del Friuli, la Scuola di musica di Mortegliano. È fondamentale non “fare memoria” circoscrivendola in una data, pure importante, bensì vivere la memoria, diventare memoria, essere memoria e testimoniarla nell’oggi della storia per impegnarci a costruire un futuro più giusto e umano. Vivere la memoria in questo 27 gennaio 2018 ci porta a considerare la società e il mondo in cui viviamo. La realtà drammatica di milioni di profughi in diverse parti del mondo ci interpella. Vivere la memoria significa alimentarla e trasmetterla alle nuove generazioni. In questo 27 gennaio avremo la possibilità di ascoltare la testimonianza di Bruno Fabretti, 94enne di Nimis sopravvissuto alla deportazione nei lager nazisti, a cui fin da ora esprimiamo la nostra commossa riconoscenza. Vivere la memoria significa insieme assumere e rinnovare la responsabilità personale e farla diventare un NOI responsabile rispetto alla non violenza attiva e alla costruzione della pace; alla giustizia vissuta ed esigita, all’accoglienza e al dialogo praticati in modo convinto e perseverante, anche in mezzo ad accresciute difficoltà.”
Il programma della serata prevede oltre alla testimonianza di Bruno Fabretti l’intervento di Nicola Turello, Sindaco di Pozzuolo del Friuli, le riflessione di Pierluigi Di Piazza, gli interventi musicali di: violino Lucia Zazzaro; fisarmonica: Andrea Valent; percussioni e voce: Francesco Tirelli; voce: Elena Nardini; pianoforte e tastiere: Nicola Tirelli. La direzione artistica e il coordinamento sono curati da Giuseppe Tirelli.
“Da tanti anni continuiamo a mantenere fede alla giornata della memoria, mettendo insieme, ancora una volta in modo significativo, il Centro Balducci di Zugliano, il Comune di Pozzuolo del Friuli, la Scuola di musica di Mortegliano – si legge nella nota del Centro Balducci -. È fondamentale non “fare memoria” circoscrivendola in una data, pure importante, bensì vivere la memoria, diventare memoria, essere memoria e testimoniarla nell’oggi della storia per impegnarci a costruire un futuro più giusto e umano. Nella data del 27 gennaio ricordiamo la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz nel 1945, uno dei luoghi emblematici in cui nella storia si è concentrata la pianificazione delle atrocità e dell’uccisione di milioni di persone; accostiamo ad Auschwitz altre memorie per celebrare così la giornata delle memorie.
Vivere la memoria in questo 27 gennaio 2018 ci porta a considerare la società e il mondo in cui viviamo: le ingiustizie, le violenze, le armi, le guerre, i muri, i fili spinati di oggi, le diverse forme di terrorismo; l’indifferenza, il pregiudizio, l’emarginazione, la xenofobia, il razzismo, la mentalità e la pratica dello scarto di milioni di persone. La realtà drammatica di milioni di profughi in diverse parti del mondo ci interpella. Vivere la memoria significa alimentarla e trasmetterla alle nuove generazioni.
In questo 27 gennaio avremo la possibilità di ascoltare la testimonianza di Bruno Fabretti, 94enne di Nimis sopravvissuto alla deportazione nei lager nazisti, a cui fin da ora esprimiamo la nostra commossa riconoscenza.
Vivere la memoria significa insieme assumere e rinnovare la responsabilità personale e farla diventare un NOI responsabile rispetto alla nonviolenza attiva e alla costruzione della pace; alla giustizia vissuta ed esigita, all’accoglienza e al dialogo praticati in modo convinto e perseverante, anche in mezzo ad accresciute difficoltà“.