Sarà il monumento all’esodo che si trova all’interno del villaggio istriano ad ospitare, venerdì 10 febbraio, con inizio alle 10, la cerimonia in occasione del Giorno del Ricordo, promossa dall’amministrazione comunale di Ronchi dei Legionari.
Il monumento fu eretto nel 1967 dalla sezione cittadina dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia in occasione del ventennale dell’esodo. Un cippo dedicato alle genti istriane e dalmate che fu posto in opera a completamento della laboriosa costruzione del villaggio situato tra via dei Campi, via Verdi e via dell’Istria, destinato specificatamente agli esuli che erano giunti a Ronchi dei Legionari dal 1947 al 1963.
Alla cerimonia, accanto al sindaco, Mauro Benvenuto, che deporrà un mazzo di fiori, anche il giovane studente di storia, Giovanni Montena, che svolgerà un breve intervento (ancora una volta la città punta sui giovani) e, con molta probabilità, anche Maria Grazia Ziberna dell’Anvgd. Un nucleo abitativo che ha pochi eguali nell’isontino. Anche Ronchi dei Legionari ha vissuto direttamente il dramma dell’esodo.
Dal febbraio del 1947 iniziarono a giungere nella cittadina i primi esuli. In pochi anni arrivarono 233 nuclei famigliari, per un ammontare di 504 persone, che furono ospitate da parenti, da amici, oppure al “Castello” di Vermegliano e nell’ex essicatoio. L’amministrazione civica decise di attuare un grande piano per la costruzione di alloggi a favore degli esuli, e, in particolare tra il 1946 e il 1956, furono costruiti e consegnati 62 alloggi ad altrettante famiglie, proprio nel luogo che, accanto a via Verdi, fu chiamato il “Villaggio dell’esule”. Un’area di oltre 12mila metri quadrati che fu acquistata all’epoca del sindaco, Carlo Bernazza.
Oltre al “Villaggio dell’Esule” molte altre zone furono interessate dai nuovi insediamenti residenziali di produzione pubblica: via Redipuglia, via Mazzini, via Brigata Valtellina, via Dei Granatieri, via Dei Campi, via Raparoni, via San Lorenzo, via Capitello e via Monte Cosich.