In occasione del Giorno del Ricordo, la Croce Rossa Italiana ha organizzato la consegna della Medaglia d’Oro al Merito Cri, alla memoria, al Capitano Cmv medico Giorgio Rossaro, infoibato presumibilmente a maggio 1945, al termine guerra.
Una pagina poco conosciuta, peraltro come tante altre che riguardano il confine orientale, che riguarda un medico che ha esercitato nella città di Gorizia, dove viveva con la sua famiglia; trentino di nascita, la madre crocerossina, esercitò la professione nella nostra città a partire dal 1929, successivamente divenne Ufficiale Medico effettivo al 15° Centro di Mobilitazione Cri e, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, fu destinato come Ufficiale medico fino al 1943 in Montenegro.
Dopo l’armistizio del 1943, Rossaro continuò a esercitare la sua professione curando senza distinzione alcuna, in particolare di appartenenza politica e di razza, chi si presentavano in ambulatorio, fedele al solenne giuramento di Ippocrate. Il 3 maggio 1945 iniziarono le deportazioni anche a Gorizia da parte delle truppe titine a danno della cittadinanza italiana; tra questi sfortunati anche Rossaro, che fu prelevato dalla propria abitazione mentre indossava l’uniforme di Ufficiale Medico della Cri con il bracciale di neutralità, portato prima nel carcere di Gorizia e poi di Lubiana, dopo se ne perdono definitivamente le tracce.
Per questo motivo, per la coerenza professionale, l’umanità e la non discriminazione politico-razziale che sarà consegnata il 10 febbraio alle 17.30, nelle mani della figlia Giorgia, all’epoca bambina, ma presente ai fatti, l’onorificenza Cri alla memoria del padre, da parte del presidente nazionale Cri, Rosario Valastro, accompagnato per l’occasione dalla presidente regionale Milena Maria Cisilino e dalla presidente Cri di Gorizia Ariella Testa.