Si è chiuso oggi il Balkan Rivers Tour 2017, con l’arrivo di circa 20 kayakisti presso la Riserva regionale della foce dell’Isonzo. Il Brt, nato lo scorso anno, è diventato la più importante campagna per la conservazione dei fiumi in Europa. Con un programma di 36 giorni, 23 fiumi attraversati in 6 paesi diversi, oltre 500 kayakisti e 1500 persone coinvolte in azioni di protesta contro la devastazione dei fiumi balcanici da nuove dighe per la produzione di energia idroelettrica. Questa campagna sta, quindi, mettendo in luce come non sempre l’energia idroelettrica è sostenibile come si vuole far credere ma ha il suo lato oscuro. Oggi, infatti, meno del 10% dei fiumi alpini è intatto, forte è infatti l’interesse per la costruzione di centrali idroelettriche, anche di piccolissima taglia, ma a fronte di impatti ambientali singoli e cumulativi non irrilevanti.
Eppure molte persone non vedono niente altro nei fiumi se non una grande opportunità di profitti, e i fiumi europei sono sottoposti a una grande pressione dalle lobby dell’idroelettrico. Del resto anche nella nostra regione sono decine i progetti per piccole centrali proposte sui torrenti montani e 5 – lo ricordiamo – anche sull’Isonzo a Gorizia, e alcune proposte per centrali a Caporetto, Tolmino, e sull’Uccea, affluente dell’Isonzo. Eppure i fiumi sono molto altro, sono bellezza, sono pace, offrono acqua potabile, e ospitano decine di specie animali importanti.
Quest’anno il Brt si è allargato per questo proprio all’Isonzo-Soča, e ha visto discendere il fiume di smeraldo dalla sorgente alla foce in 4 giorni allo scopo di mettere in luce i rischi per questo fiume.
L’iniziativa è stata organizzata da WWF Adria e Leeway Collective, con la collaborazione per la parte italiana delle associazioni di Salviamo l’Isonzo: Legambiente Gorizia e Monfalcone, Associazione Ambientalista Eugenio Rosmann, Associazione Fiume Isonzo e il supporto della Cooperativa Rogos che gestisce la riserva.
La traversata italiana ha messo subito in evidenza le difficoltà dovute alle svariate traverse poste lungo il fiume che hanno lo scopo di derivare le acque a scopo idroelettrico ed irriguo. Ma contemporaneamente sono stati messi in luce anche la bellezza dei boschi golenali, che sarebbero in stato migliore se non fosse per i rifiuti abbandonati e il passaggio illegale continuo, specie a Lucinico e a Gradisca, di moto da cross che disturbano pesantemente gli animali.
I kayakisti sono quindi giunti all’Isola della Cona dove sono stati accolti dalle Associazioni di Salviamo l’Isonzo e dal personale della Riserva, e hanno visitato l’area accompagnate dalle guide locali prima del meritato riposo.
Per maggiori informazioni www.balkanriverstour.com