Una grande festa di tutta una comunità. Una comunità che, come raccontano le bellissime cartoline realizzate dal fotografo Federico Leban e distribuite al termine della cerimonia religiosa, dal marzo scorso ha guadagnato il titolo di città. Ronchi dei Legionari ha ricordato oggi il suo patrono, San Lorenzo.
Lo ha fatto con la partecipata cerimonia religiosa officiata nella chiesa arcipretale, ma anche con due momenti di festa che si sono sviluppati nel giardino della chiesa e nella sede dell’associazione nazionale alpini.
Una concelebrazione solenne, accompagnata dalla corale Santa Cecilia di Grado, diretta dal maestro Anello Boemo e da Ivan Bianchi all’organo, scandita da diversi momenti.
A presiederla è stato monsignor Paolo Nutarelli, parroco arciprete di Grado che ha ricordato, come il parroco monsignor Ignazio Sudoso, i 25 anni di ministero sacerdotale. “La fede ci fa credenti, la speranza credibili e la carità, creduti – ha affermato nel corso dell’Omelia – e voglio ricordare i due storici parroci monsignor Mario Virgulin e don Renzo Boscarol che hanno saputo raccogliere l’esempio del santo patrono e la sua provocazione che ancora oggi interroga molti. Lorenzo non ha offerto ori, opere d’arte o meravigliose basiliche, ma i poveri che serviamo servendo Cristo”.
Da parte del celebrante c’è stato l’invito a non chiudersi in se stessi ma a rivelarsi dono da offrire agli altri con gratuità e trasparenza. A concelebrare la messa erano presenti i sacerdoti e diaconi del decanato, quanti hanno operato in città negli anni e quelli delle due comunità gemellate, don Primoz Bertalanic per Metlika e don Anton Neger per Wagna.
Quest’anno, il neo comitato “Monsignor Virgulin – don Boscarol” ha inteso riformulare lo storico premio della bontà, proponendolo come premio solidale alla carità in memoria del compianto parroco don Renzo che sempre ha fatto della condivisione e della carità fraterna il simbolo del suo ministero sacerdotale. Per questa prima nuova edizione del riconoscimento, il neo comitato, assieme alla parrocchia e grazie a quanto lasciato da don Renzo per i poveri, ha pensato di offrire una testimonianza di carità molto concreta ed attuale attraverso il sostegno a due famiglie sconvolte dalla terribile esperienza della guerra tra Russia e Ucraina. Molte persone scappate dal territorio aggredito sono state ospitate anche nelle nostre comunità.
“Vista la situazione – ha ricordato la presidente del comitato Fiorella Huala – abbiamo preso contatto con il Centro di Aiuto alla Vita, guidato dalla presidente Chiara Bressan, che segue in questo frangente anche diverse madri con bambini scappati dalla guerra”.
Le storie di queste donne con i loro piccoli hanno emozionato tutti i presenti e hanno portato una sana ventata di umanità in un giorno importante per la comunità. Valerija ha 27 anni ed è arrivata a Pieris agli inizi di aprile con 2 bambine che hanno rispettivamente quasi 6 e 4 anni. Vivevano a Dnipro. Valerija ha partorito il 7 luglio scorso a Monfalcone il suo terzogenito Miron. È stata ospite della zia materna che ha accolto tutti.
Ora Valerija è stata accolta da una volontaria del Caritas di San Canzian e da qualche settimana è stata raggiunta da suo marito. Natalija, invece, ha 38 anni ed è giunta qui a metà aprile dopo un viaggio di tre giorni assieme alla figlia maggiore di 21 anni e il figlio che ora ha 10 mesi. Abitava a Kharkiv dove la figlia più grande frequentava l’università. Insieme al marito, Natalija gestiva un salone di estetica di cui purtroppo ora non sa più nulla. Suo marito è ancora al fronte e si fa sentire quando raramente ne ha la possibilità. È stato il sindaco Mauro Benvenuto consegnare il premio alle due famiglie.
La tradizionale borsa di studio in memoria di monsignor Virgulin è andata, invece, al seminarista Matteo Marega, studente di teologia del seminario interdiocesano di Castellerio che si è impegnato molto nella vita comunitaria nei suoi anni di tirocinio pastorale. A consegnare il riconoscimento a Matteo è stato il parroco, monsignor Ignazio Sudoso.
“Il significato della giornata odierna – ha detto il sindaco, Mauro Benvenuto al suo esordio nella festa patronale – vuole sottolineare l’importanza per la nostra comunità di momenti di vita spirituale, familiare e sociale. Oggi, poi, è sicuramente un’occasione favorevole di incontro, di dialogo tra le nostre comunità, e consentitemi di ringraziare la presenza dei nostri amici di Metlika e Wagna. L’appuntamento di oggi assume un grande significato, in quanto sulla base del nostro vissuto recente, abbiamo la possibilità di riflettere su situazioni e questioni di comune interesse, affinché la nostra comunità possa diventare sempre più accogliente, capace di offrire a tutti, opportunità di inclusione sociale. La nostra comunità ha l’energia, le potenzialità e la determinazione per orientare il suo cambiamento allo sviluppo umano, sociale e civile, mettendo la dignità della persona e la sua difesa al centro del suo sistema valoriale. Le figure di monsignor Mario Virgulin e di monsignor Boscarol, che oggi in questa celebrazione abbiamo ricordato, ci hanno resi orgogliosi e fieri. Sono stati capaci di comprendere come il benessere della comunità dipenda da molti fattori e da molti attori, ma soprattutto, dalla qualità delle relazioni tra le persone, dalla coesione sociale e da una solidarietà che si sappia esprimere nei gesti di ogni giorno”.