Quale scuola superiore scegliere? La domanda non sembri fuori tempo, poiché la risposta non si prepara adeguatamente nell’immediato ed è meglio attrezzarsi per tempo, anche se le prossime scadenze, per coloro che oggi frequentano la seconda media, arriveranno tra gennaio e febbraio 2017. Una condizione che è emersa in tutta evidenza l’altra sera a Buja nell’ultimo incontro del percorso Mestiere genitori organizzato da Confartigianato Udine e Fondazione Crup dedicato al tema Cercasi scuola disperatamente: come motivare e aiutare i figli nella scelta scolastica e nell’apprendimento, con Francesco Dall’Oro, insegnante, per alcuni decenni responsabile del Servizio orientamento scolastico del Comune di Milano ed ora ancora impegnato nell’ambito dell’orientamento.
Dopo gli appuntamenti dedicati a Mamma e papà, cos’è l’amore, con Alberto Pellai, e L’arte di negoziare con i figli, con Giuseppe Maiolo, il ricco, stimolante e articolato incontro con Dall’Oro ha dato alcune indicazioni su come supportare i figli nella scelta della scuola superiore, pur nella consapevolezza che “tra i 13 e i 20 anni c’è un’enorme evoluzione e nel percorso di ognuno non ci si può dimenticare dell’imponderabile”. Come dire, che si decide a 13-14 anni – un’età in cui la stabilità non è il tratto peculiare -, ma che molte variabili potranno inserirsi a modulare il percorso formativo della persona nel corso della sua crescita e maturità.
In ogni caso, Dall’Oro ha fornito molteplici strumenti per genitori e insegnanti. Innanzitutto, ha sottolineato, “attenzione ai falsi messaggi nell’orientamento: cioè i bravi ai licei, i medi ai tecnici e gli altri ai professionali. Se si mina l’autostima in un ragazzo, i suoi comportamenti saranno o irritanti o di chiusura”. Piuttosto, ha chiarito, “si devono aiutare i ragazzi a capire le proprie capacità, ma anche a riconoscere le proprie difficoltà e accettarle, perché è l’unico modo per intraprendere un percorso che possa ridurle”. Ha considerato “opinabili” le “gerarchi scolastiche”, quelle che hanno portato in Italia “alla distorta separazione tra sapere e saper fare”.
In un anno, ha esemplificato, gli sono arrivate 744 domande di aiuto da ragazzi dei primi anni delle superiori in difficoltà e di queste 472 arrivavano dai licei, classico e soprattutto (322) scientifico. Il motivo? “Poco studio; scelte inadeguate o non consapevoli”.
Perciò, andando al concreto, per scegliere un percorso, è bene tener presente “ciò che suscita passione, interesse e curiosità” nei ragazzi; il grado di “impegno e fatica” che esso richiede e che “ci deve sempre essere”, anche se la scuola “mai deve portare sofferenza”.
Ai genitori e agli insegnanti, Dall’Oro ha infine suggerito di “registrare il quadro scolastico del ragazzo fin qui compiuto, per una valutazione su un periodo lungo”; di “ricordare gli esiti positivi e quelli problematici” lungo gli anni di formazione; di valutare alcuni tratti della personalità: resistenza, disponibilità ad accogliere suggerimenti; le capacità metacognitive, di esprimere giudizi equilibrati pur considerando i loro 12-13 anni d’età; la capacità di autovalutazione; l’autonomia; gli interessi”. Non da ultimo, ha concludo Dall’Oro, “evitare pressioni indebite”.