Metalmeccanico di professione e fotografo per passione. Raul Pitis, residente a Cassacco, è anche un talent scout. L’ attore friulano Raffaello Balzo deve a lui il suo successo. E’ stato proprio Pitis a fargli i primi scatti nel 1997 e grazie a quelle fotografie si sono aperte le porte delle agenzie di moda milanesi.
Come vi siete conosciuti?
“Siamo vicini di casa. Io all’epoca gli dissi che con il suo viso poteva tentare la strada delle sfilate e gli proposi di fare alcuni scatti. Da lì è cominciata la sua carriera, i concorsi di bellezza, eccetera eccetera”.
Visto il suo fiuto, perché non ha scelto di fare il fotografo di professione?
“Ho cominciato a fare le prime fotografie a 13 anni, seguendo la passione di mio padre, che mi regalò la prima Kodak compatta. Durante una gita con la scuola, fotografai le Ville venete e mi venne l’idea di sviluppare le foto e metterle vicino, per creare panoramiche altrimenti impossibili. Tagliavo e cucivo la pellicola. Ora il digitale ha abbattuto i costi e rende tutto più semplice. Non ho mai voluto che questa passione diventasse un lavoro, perché soltanto così posso scegliere chi e cosa fotografare, quando scattare e come. Per esempio, se decido di fotografare un tramonto, ma non è bello come lo volevo io, non faccio la foto. Posso aspettare il giorno dopo. Se lo facessi per mestiere, ogni giorno, perderei tutto il gusto”.
Preferisce, quindi, lavorare in azienda, ma ha fatto anche il pilota?
“Ho un’azienda metalmeccanica. Anche questa è una passione trasmessa da mio padre, ma che gestiamo autonomamente mio fratello e io. Abbiamo preferito fare da soli, piuttosto che appoggiarci a lui, anche se gli chiediamo ancora consigli e pareri. Per quanto riguarda il volo, da bambino sognavo di diventare psichiatra o pilota. Quando ho capito che avrei dovuto studiare Medicina, ho optato per la carriera militare. Ho rischiato di fare una brutta fine. Così, ho preferito essere un contadino vivo piuttosto che un eroe morto. Ho fatto una scelta di vita: la famiglia. Ho convertito il brevetto da militare in civile, mi sono tolto le mie soddisfazioni, portando mio padre e mio fratello, e poi non ho più volato. Ho scelto mia moglie Francesca e i nostri figli, Daniel e Crystal”.
Le sue fotografie sembrano dipinti…
“Vent’anni fa chiesi a un fotografo professionista d’insegnarmi il mestiere e lui mi diede un consiglio che mi aprì gli occhi. Mi disse che poteva insegnarmi tutto quello che sapeva e che io avrei potuto imparare e diventare anche più bravo di lui, ma avrei fotografato secondo il suo stile. Invece, avrei dovuto trovare il mio stile, la mia personalità e inventare qualcosa di nuovo”.
E lo ha trovato?
“Direi di sì. Unisco alla fotografia, la grafica e la pittura, ovviamente con l’aiuto di Photoshop. Sono lavori anche di grandi dimensioni, che ho cominciato a vendere grazie a un agente, che però mi imbrogliava. Così, ho cominciato a far viaggiare le mie opere sul Web. Molti critici, tra cui Vittorio Sgarbi, le hanno viste e apprezzate. Ora mi appoggio a cinque galleristi di cui mi fido e lascio che siano loro a portare in giro le mie opere. In questo momento alcune sono esposte a Forlì, altre a Torino, altre ancora Parma, ma anche in Puglia e in Sicilia”.
Quali sono i suoi soggetti preferiti?
“Fotografo di tutto, ma non nascondo che i miei soggetti preferiti sono le donne”.
Nude?
“Innanzitutto, bisogna dire che il nudo di donna si vende. E poi una ragazza di vent’anni nuda è un bel vedere anche per il fotografo. Ovviamente, il mio interesse va soltanto alla fotografia e sono così corretto che alcune ragazze posano soltanto per me, perché si fidano. Cerco di scegliere modelle friulane, perché voglio rappresentare il meglio della nostra regione e farla conoscere”.
Le è capitato di fotografare anche una playmate, però…
“Ero in Toscana e ho incrociato questa bellezza su un set. Le ho subito proposto di fare alcuni scatti, ma è difficile che ragazze così vengano in Friuli. Invece, per combinazione, l’aspettavano in Austria al festival del Bodypainting e così ha fatto tappa da me. Ho sfruttato al massimo l’occasione, scattando dalla mattina alle 11 di sera ed è stata una bella esperienza anche per lei. Abituata, ovviamente, a foto di nudo integrale, io l’ho vestita. Con una sottoveste”.
Maestro e ambasciatore per la cultura italiana
Una valanga di riconoscimenti ha investito Raul Pitis, che ha esposto le sue foto-dipinti in mostre sia collettive, sia personali in Italia (soltanto una a Udine, ‘nemo propheta in patria’) e in Europa.
Tra i riconoscimenti più recenti, si possono citare la nomina a Maestro, nel 2012, a Palermo; nel maggio 2013, presso la galleria Amart di Bruxelles, il Premio personalità artistica europea; nel dicembre dello stesso anno, il Premio Apollo, a Lecce, con la nomina ad accademico delle avanguardie artistiche.
Ricco di premi anche il 2014. In settembre, a Montecarlo, Premio quadriennale Palma d’oro dell’arte; in dicembre, il Premio Raffaello Sanzio, con la nomina ad ambasciatore per la cultura. Quest’anno, Pitis ha ricevuto il Premio Galileo Galileia, a Cesenatico.