2006-2016. Dieci anni di festa per i Campanari del Goriziano, l’associazione che nell’Arcidiocesi di Gorizia si è prefissa il compito di conservare e tramandare alle nuove generazioni l’antica arte dello scampanio. Il sodalizio festeggerà, dunque, due lustri di ininterrotta attività dopo aver scelto come cornice per la decima edizione del raduno un luogo non a caso. Proprio nel 2006, infatti, si era optato per il Santuario di Monte Santo, che dalla cima domina la città di Gorizia, proprio per la sua posizione marginale tra Italia e Slovenia, unione simboleggiata anche nello stemma trilingue dell’associazione, che ha deciso anche di mantenere tutte le comunicazioni ufficiali in italiano, sloveno e friulano.
Si ritorna, dunque, alle origini, ma lo si fa con uno spirito diverso e sicuramente non meno carico di allora di entusiasmo e intraprendenza. La festa prenderà il via con il concerto di campane, a partire dalle 14.30. A seguire, alle 17, la Solenne concelebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo emerito monsignor Dino De Antoni, accompagnata dai Sacri Cantores Theresiani e a seguire l’evento del decennale, ossia la presentazione del volume Slovenski pritrkovavec di Ivan Mercina, del 1926, ristampa anastatica a 90 anni dalla prima edizione. Presenteranno il volume il professor Sergio Tavano e l’architetto Giacomo Pantanali.
È ai numeri che Ivan Mercina – profondo conoscitore dell’arte campanaria nostrana – affida il patrimonio musicale delle suonate per campane sino ad allora trasmesso oralmente. L’allora è esattamente 90 anni fa, quando a Gorizia la Libreria Cattolica edita un volume che raccoglie ben 243 schemi numerici per concerti di tre o quattro campane composti dal Mercina. Un libro che, in retrospettiva, si rivela essere una pietra miliare per chi suona le campane e che andrebbe letto, o meglio studiato, da ogni campanaro che desideri migliorare le proprie capacità e la resa del proprio suono a servizio del popolo di Dio. Anni difficili per il Goriziano quelli in cui il Mercina scrive il testo, tanto che lo inducono a intitolarlo Slovenski pritrkovavec, ossia Il campanaro sloveno e mancò all’epoca un’adeguata traduzione che offrisse la preziosità dei suoi scritti anche alle altre componenti linguistiche del territorio, parte della medesima tradizione campanaria.
A questa lacuna i Campanari del Goriziano hanno voluto mettere mano, curando con laborioso interesse la ristampa anastatica in lingua slovena affiancata da una traduzione in friulano e una in italiano, rispettivamente curate da David Bizjak di Tolmino e Giulia Ghiretti di Trieste. Il tutto offerto in un volume semplice e curato nelle fattezze. I tipi sono come allora della Libreria Cattolica e hanno sostenuto il progetto la Provincia di Gorizia, la Fondazione Carigo e il Centro Tradizioni di Borgo San Rocco. L’invito è per la prima presentazione sabato 3 settembre alle 18 nel convento sul Montesanto.