Nel giorno della ripresa delle lezioni in presenza per 90mila studenti del Fvg, dalle materne alla prima media, il tema della scuola è stato al centro di un’audizione in VI Commissione consiliare.
Una percentuale significativa di istituti scolastici del Friuli Venezia Giulia non ha constatato differenze nella valutazione degli apprendimenti tra il primo periodo dell’anno 2019-20, quando ancora non eravamo alle prese con la pandemia, e il 2020-21, caratterizzato, invece, dalla forzata convivenza tra didattica in presenza e a distanza. E’ questo uno dei dati più interessanti emersi oggi nel corso dell’audizione di Daniela Beltrame, direttrice dell’Ufficio scolastico regionale.
Nel dettaglio, non ha riscontrato differenze il 39,05% delle scuole primarie, il 60,95% delle medie e il 48,28% delle superiori, e nell’ambito delle scuole secondarie di secondo grado il 22,41% degli istituti ha indicato persino un miglioramento nelle valutazioni degli studenti.
“E’ stato il nostro Ufficio a condurre questo monitoraggio”, ha spiegato Beltrame ai commissari, convocati nell’aula di piazza Oberdan dal presidente Giuseppe Sibau (Progetto Fvg/Ar). “I dati fanno riferimento al periodo dal 1º al 15 febbraio e provengono da quasi tutti gli istituti, 165 su 167. Molte scuole – ha aggiunto la dirigente – considerano la didattica digitale integrata come un’alternativa importante alla didattica in sola presenza, perché ha consentito il potenziamento delle dotazioni tecnologiche e spinto i docenti a innovare le metodologie. Ma ovviamente sono emerse anche criticità, come la mancanza del contatto diretto tra alunni e insegnanti, patito in particolare dagli alunni più fragili. Bisognerebbe continuare a investire in infrastrutture di rete, per le scuole ma anche per le famiglie. E pensiamo di attrezzarci per colmare l’assenza di una piattaforma nazionale per la didattica a distanza”.
Quanto all’andamento dei contagi – un altro dei temi proposti da Chiara Da Giau del Pd nella sua richiesta di audizione – , Beltrame ha fatto riferimento ai dati del Ministero, unico titolare dell’indagine, che ha rilevato in Fvg un picco di positivi in ambiente scolastico nel periodo 8-20 marzo.
All’audizione non erano presenti i dirigenti scolastici degli ambiti territoriali. “Gli ex provveditori agli studi non si occupano di monitoraggi né di Dad e digitale”, ha spiegato Beltrame, che faceva riferimento ai responsabili delle 4 articolazioni periferiche corrispondenti alle ex province. Ma la sua scelta si è attirata le aspre critiche dei consiglieri delle Opposizioni, che invece volevano coinvolgere gli 11 poli della formazione distribuiti sul territorio.
“Credo sia stata violata sia l’autonomia scolastica sia l’autonomia del Consiglio”, ha attaccato Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), mentre Da Giau ha assicurato “che non si voleva mettere sotto processo nessuno”. Sulla stessa linea gli interventi di Sergio Bolzonello (Pd), che ha preannunciato una nuova richiesta di audizione, e di Ilaria Dal Zovo (M5S), che rispetto ai contenuti della relazione ha invocato un rapido ritorno alla scuola in presenza.
Antonio Lippolis (Lega) ha chiesto informazioni sugli alunni finiti in quarantena, mentre Massimo Moretuzzo (Patto per l’Autonomia) e il presidente Sibau hanno riflettuto sui risultati didattici della scuola a distanza. Alessandro Basso (FdI) ha sottolineato il ruolo strategico dei dirigenti scolastici e ancora Da Giau ha chiesto e ottenuto informazioni sugli alunni con bisogni educativi speciali. “Nessuno di loro è stato escluso dalla scuola in presenza”, le ha risposto la direttrice dell’Usr.
Sempre sul fronte scolastico, le audizioni di Carlo Maria Caputi e Rachele Petrin, del coordinamento Fvg dei presidenti dei Consigli di istituto, e di Cristina Gregoris, referente triestina del comitato Pas, hanno messo al centro la necessità del ritorno alle lezioni in presenza, sottolineando “la contraddizione tra scuole chiuse e altri luoghi di possibile contagio aperti”, come pure i disagi psicologici sofferti da ragazzi e insegnanti a causa della didattica a distanza.
A loro ha risposto indirettamente l’assessore alla Formazione, Alessia Rosolen: “Sul tema scuola, a fronte della fase di pandemia, abbiamo messo in campo tutte le misure, le competenze e le risorse a disposizione della Regione, intervenendo a tutela della salute di tutti e non solo dei ragazzi solo quando le evidenze sanitarie lo imponevano”.
Rosolen ha ricordato che “le due sole ordinanze regionali restrittive sulla scuola sono state emanate in lieve anticipo rispetto al passaggio del Friuli Venezia Giulia dalla zona gialla a quella arancione a gennaio e dalla zona arancione a quella rossa a marzo, in tempi poco antecedenti ai picchi di contagio, dal quale purtroppo la scuola non è esente, come è stato dimostrato”.
L’assessore ha ricapitolato le poste “che attestano l’attenzione prioritaria di quest’Amministrazione regionale verso la scuola”: i 25 milioni annuali di investimento a bilancio, il piano di rafforzamento dell’edilizia scolastica pari a 286 milioni, la nuova legge sull’istruzione “in cui sono state inserite modifiche utili ad affrontare la pandemia”, il piano digitale da 4,8 milioni per la connettività nelle scuole e l’aggiunta di 2 milioni regionali ai finanziamenti nazionali per la dotazione di dispositivi digitali destinati a tutti gli studenti.
A riprova dello sforzo prodotto dalla Regione, Rosolen ha reso noto che in Friuli Venezia Giulia “solo il 7,39 per cento degli studenti dice di essere privo di dispositivi digitali e che solo il 4,94 per cento fa sapere di essere privo di connettività o con una connettività problematica“.
L’assessore ha anche sottolineato che “con le deroghe concesse dalla Regione, che hanno tenuto conto non solo dei laboratori e delle esigenze della disabilità ma anche degli studenti che hanno richiesto la presenza per assenza di connettività in casa, la didattica in presenza nelle secondarie di secondo grado ha raggiunto il 40 per cento, con picchi massimi nell’ex provincia di Udine”.
“La didattica in presenza è fondamentale per ogni giovane: tutti abbiamo avuto sedici anni e lo sappiamo bene – ha concluso Rosolen -. Possiamo però dire che si sono fatti dei passi in avanti sul versante dello svecchiamento e della modernizzazione: dal punto di vista dell’aggiornamento digitale della scuola, in effetti, si è fatto in un solo anno più di quanto fosse stato fatto in decenni”.