Umberto Cicigoi, Caporal Maggiore reduce della Seconda Guerra Mondiale e Decorato al Valor Militare, è stato ospite dei militari dell’Esercito, venerdì mattina, alla caserma Lesa di Remanzacco. È stata, questa, l’occasione per “reintegrarlo nei ranghi” del reggimento, dal momento che, in guerra, era inquadrato nella 14esima batteria del gruppo “Conegliano” che, ora come allora, apparteneva al III reggimento Artiglieria Alpina.
La visita è iniziata con la cerimonia di alzabandiera al piazzale dell’adunata, con Cicigoi, ancora in forze nonostante le quasi cento primavere, inquadrato di fronte ai reparti della “Lesa” (oltre al III, il reggimento Logistico della brigata “Pozzuolo del Friuli”), seguita dal saluto del generale Alberto Vezzoli, comandante della Brigata Julia, e dall’ideale abbraccio dei militari in armi ai quali ha portato brevemente le proprie impressioni e la propria testimonianza di valore, dedizione e sacrificio.
Il momento più toccante si è avuto quando Umberto ha salutato quella Bandiera di Guerra che ha servito nei fatti d’arme che lo hanno visto protagonista e che ha ricordato, con lucidità e commozione, conversando con il Comandante di reggimento, colonnello Tomassetti.
Già decorato di Croce al Valor Militare sul fronte greco-albanese, quando, sulla Vojussa, con calma e sprezzo del pericolo sotto il fuoco delle artiglierie nemiche, continuava a svolgere il proprio incarico, partecipò alla campagna di Russia. Qui si meritò la Medaglia di Bronzo al valor Militare per atti di eccezionale valore che mettono i brividi: sotto l’attacco di carri armati e fanteria nemica di gran lunga superiori per numero, caduti alcuni commilitoni della sua squadra, continuava a sparare efficacemente col proprio obice e, serrato da vicino da nuclei di fanteria russa, li contrassaltava alla baionetta, contribuendo a ristabilire la sicurezza della posizione; “Denant al Conean o si scjampe o si mur!” – “Davanti al (gruppo) Conegliano o si scappa o si muore” -, come recita il motto della valorosa unità. Riuscì a tornare in Patria dopo la ritirata, con i piedi congelati e la pleurite.
Umberto è stato incontrato quasi per caso durante una commemorazione alpina nelle Valli del Natisone da cui proviene (è nativo di Drenchia). Di lì la volontà del colonnello Tomassetti di tributargli la giusta riconoscenza da parte degli artiglieri di oggi per l’esempio e le virtù incarnate, proprio alla vigilia della giornata della festa di Corpo dell’Artiglieria, che ricorre il 15 giugno, in ricordo della battaglia del Solstizio del 1918 che spianò la strada verso Vittorio Veneto.
L’incontro è stato possibile grazie al presidente della sezione di Cividale dell’Associazione Nazionale Alpini, Antonio Ruocco, che ha partecipato con una gradita rappresentanza. Era presente anche una rappresentanza della Sezione A.N.Art.I. di Udine.