Fra tutti i 633 laureati in corso per l’anno accademico 2017/18, che abbiano conseguito 110 e lode in Ingegneria meccanica (laurea magistrale), il gemonese Matteo Cucchiaro si è laureato in un anno rispetto ai due previsti, senza abbreviazioni di corso, quindi un anno in anticipo e con una media voti negli esami superiore ai suoi colleghi.
Per questo motivo il presidente Giuseppe Morandini gli ha conferito il Premio Fondazione Friuli come miglior studente dell’Università di Udine lo scorso 31 maggio, nell’ambito della manifestazione Conoscenza in festa.
La tesi magistrale scritta in lingua inglese focalizza la sua attenzione sul tema dell’impatto economico-ambientale di diverse infrastrutture energetiche urbane. Infatti, l’utilizzo razionale delle risorse energetiche assieme all’introduzione di tecnologie più efficienti e meno inquinanti sono alcuni degli aspetti chiave di molte politiche europee e nazionali volte a ridurre i consumi energetici e di conseguenza anche le emissioni di inquinanti in atmosfera.
La passione di Matteo Cucchiaro per la meteorologia, che crescendo è diventata interesse per i cambiamenti climatici, nasce da bambino.
“I miei studi – spiega l’ingegnere – mi hanno portato ad approfondire anche dal punto di vista tecnico gli argomenti legati all’energia e all’ambiente, sui quali avevo lavorato nella tesi triennale sull’impianto di cogenerazione energia e calore. Dopo tanto studio vorrei che la mia passione si trasformasse nalla possibilità di dare il mio contributo per trovare una soluzione”.
Il tema delle conseguenze dei cambiamenti climatici è, in questo momento, in primo piano.
“Tutti dobbiamo affrontare questo problema. Prima agiamo è meglio è, nella consapevolezza che comunque è tardi e non si può tornare indietro”.
Cucchiaro non è uno dei tanti cervelli in fuga. Sta già lavorando in un’azienda di Tarcento, specializzata nella progettazione e produzione di macchine per la lavorazione dell’acciaio.
“L’azienda è ben strutturata – conclude l’ingegnere – e in futuro potrebbe offrirmi anche la possibilità di andare all’estero. Fare esperienze fuori dall’Italia è un modo per arricchirsi e conoscere altre modalità di lavoro. L’inglese non sarebbe un problema. Dopo il tirocinio a Salisburgo, ho deciso, in accordo con la mia relatrice, di scrivere la tesi in inglese. E’ stata una sfida, ma, una volta imparati i termini tecnici, si va veloce. Adesso, però, devo rimanere in Friuli, perché sto collaborando con l’Università per la realizzazione di alcuni articoli scientifici”.