La musica analogica torna alla ribalta. E nelle forme che non ti aspetti. Che i dischi in vinile stiano conoscendo una seconda giovinezza ormai non è più una notizia. Da alcuni anni le fabbriche sono state rimesse in funzione, ne sono nate di nuove e il vinile è addirittura tornato nelle edicole con collane e collezioni per tutti i gusti (in alcuni casi, dicono gli audiofili, le nuove ristampe suonano anche meglio degli album originali). Il 2018 non ha fatto eccezione: negli Usa le vendite sono aumentate del 12%, sfiorando le 6 milioni di copie.
Certo, si tratta del 10 per cento delle copie di cd smerciate oltreoceano l’anno scorso (il compact disc resta il primo supporto fisico per volumi), ma ha perso il 18,5 per cento delle vendite rispetto al 2017. E non è un caso che la catena statunitense Best Buy abbia tolto dai suoi scaffali il disco digitale per ripopolarli con 33 e 45 giri.
Ma la sorpresa è un’altra: dall’oltretomba ritornane le musicassette. Proprio loro, quello che avete buttato nella spazzatura vent’anni fa. Quelle lanciate dalla Philips nel 1963 e rese popolari dal Walkman della Sony negli Anni ’80 (e dal fatto che era l’unica soluzione per copiare a sbafo gli lp e per registrare dalla radio le hit del momento). Ebbene, negli Usa la vendita delle cassette ha raggiunto nel 2016 quota 129mila, il 74 per cento in più dell’anno precedente. D’altra parte, se avete optato per la soffitta invece del cassonetto, tiratele fuori e vi stupirete della qualità del suono che questo rinnegato supporto ha mantenuto nel corso del tempo, specie se la cassetta era al cromo o metal.
Avete le cassette, ma non più la piastra? Potete sempre rivolgervi al mercato dell’usato: per poche decine di euro potete trovare dei registratori (meglio quelli degli Anni ’90, periodo nel quale questa tecnologia aveva raggiunto il top) di buon livello. Spendendo qualcosa in più troverete dei signori deck, che all’epoca costavano letteralmente milionate di lire.
Se poi vi viene voglia di tornare a incidere i nastri, sulle aste on line troverete una valanga di cassette anche usate. Attenzione, però, quelle ancora intonse non sono economiche e un pacco di quelle migliori (le metal) vi possono costare più del lettore.
Next generation di giradischi
Sol Levante alla riscossa. Sì, i giapponesi tornano a produrre giradischi di livello. Già, perché nell’ultimo decennio – con l’esclusione di alcuni produttori di fascia altissima, come la Linn – i ‘piatti’ di medio-alto livello erano rimasti appannaggio degli inglesi della Rega e degli austriaci della Pro-ject. Tuttavia, la rinascita del vinile ha convinto i marchi storici del Giappone a ricominciare la produzione dei giradischi. La prima è stata la Denon, che a 10 anni dall’ultimo modello immesso sul mercato, alla fine del 2018 ha proposto due nuovi modelli, il DP-400 e il DP-450USB. Il secondo ha in più l’uscita per registrare in digitale i dischi ed entrambi hanno lo stadio phono integrato, così da poter essere utilizzati con gli amplificatori più recenti. Ma la vera notizia è il ritorno del Technics SL-1200, giunto alla versione MK7. Riproposizione del più famoso giradischi da dj mai costruito, sarà disponibile questa estate, al prezzo indicativo di mille euro. Troppi? No, se si considera che il valore del suo predecessore (usato) è lievitato a dismisura negli ultimi anni, superando anche i 600 euro.