Sono immagini mozzafiato quelle che la sonda Gaia dell’Esa ha raccolto nel corso di 34 mesi di osservazioni: quasi due miliardi di stelle ( 1.811.709.771 per la precisione) per un ritratto mai visto prima, dettagliatissimo, che va ad aggiornare il nuovo catalogo astronomico della Early Data Release 3 (EDR3).
Alla missione partecipano anche l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Nettamente superiore la precisione di queste immagini rispetto alla versione precedente del 2018.
Si registra, infatti, “un aumento di oltre 100 milioni di fonti rispetto al precedente rilascio di dati (Gaia DR2)”.
“I nuovi dati Gaia promettono di essere un tesoro per gli astronomi”, afferma Jos de Bruijne, Deputy Project Scientist dell’ESA, Gaia.
Oltre alle stelle sono stati ‘censiti’ 1,6 milioni di quasar, la cui luminosità testimonia la presenza di galassie lontane.
Il catalogo Gaia delle stelle vicine contiene 331mila 312 oggetti, che si stima siano il 92% delle stelle entro 100 parsec (326 anni luce) dal Sole. Il precedente censimento del quartiere solare, chiamato Catalogo di Gliese delle stelle vicine, è stato effettuato nel 1957. Inizialmente regitrava solo 915 oggetti, ma è stato aggiornato nel 1991 a 3mila 803 oggetti celesti. Il censimento di Gaia arriva quattro volte più lontano e contiene 100 volte più stelle. Fornisce inoltre misurazioni di posizione, movimento e luminosità che sono ordini di grandezza più precisi rispetto ai vecchi dati.
“I nuovi dati di Gaia hanno permesso agli astronomi di tracciare le varie popolazioni di stelle più vecchie e più giovani verso il limite estremo della nostra galassia – l’anticentro galattico – spiega l’Esa -. I modelli dei computer hanno predetto che la Via Lattea diventerà più grande con il tempo, man mano che nasceranno nuove stelle. I nuovi dati ci consentono di vedere le tracce dell’antico disco di 10 miliardi di anni e quindi di determinarne l’estensione minore rispetto alle dimensioni attuali del disco della Via Lattea”.
Analizzate anche le Nubi di Magellano: due galassie che orbitano attorno alla Via Lattea. “Avendo misurato il movimento delle stelle della Grande Nube di Magellano con maggiore precisione rispetto a prima – spiega il documento reso pubblico dall’Esa -, Gaia EDR3 mostra chiaramente che la galassia ha una struttura a spirale”.