È dagli Anni ’60 che l’Italia, in estate, è meta di turisti da tutto il mondo. Tra le opere d’arte e gli stupendi paesaggi, c’è sempre stato anche il tempo di innamorarsi. Nasce nei favolosi Sixties il mito del latin lover, il maschio italiano che fa impazzire le straniere (salvo poi fidanzarsi e sposarsi con laragazza della porta accanto). Di acqua, da allora, ne è passata sotto i ponti, ma l’estate, per tutti, sembra ancora essere il momento ideale per concedersi un’avventura sentimentale, senza pensare troppo alle conseguenze. Abbiamo chiesto il parere di Emanuele Gatti, counselor specializzato nella formazione degli adulti, con particolare attenzione alla relazione di coppia.
È vero che in estate è più facile fare nuove conoscenze e innamorarsi?
“Sì. È anche vero, però, che la maggior parte delle relazioni nascono sul luogo di lavoro. Ma d’estate sembra più facile iniziare una storia, per molti motivi. Innanzitutto, in vacanza si cambia ambiente e tutto è nuovo. Poi, col caldo, aumenta la produzione di ormoni che predispongono al sesso. Se a questo aggiungiamo il fatto di viaggiare da soli, o perché si è single o perché il partner non è in ferie con noi, allora è più facile vivere un’avventura sentimentale”.
Parliamo quindi anche di tradimenti.
“In vacanza si è lontani dall’ambiente domestico e dalla solita routine. Anche il peso delle responsabilità si avverte meno. Ecco perché si è anche più disponibili a tradire”.
Ci sono nazioni in cui è più facile vivere l’avventura estiva?
“Noi italiani il flirt estivo ce l’abbiamo nel Dna. Per il resto, più il contesto è differente da quello che viviamo di solito, più è facile lasciarsi andare. Le statistiche confermano, ad esempio, che le donne italiane, quando sono all’estero, sono più lascive: cercano l’avventura, cosa che non si sognano di fare entro i confini nazionali”.
In un mondo digitale come il nostro, sistono ancora i flirt in vacanza?
“Assolutamente sì. Complice il tempo libero e l’ambiente nuovo, siamo più disposti a richiare di conoscere davvero qualcuno. Il resto dell’anno, invece, ci sentiamo più prigionieri della routine e per evadere entriamo in chat o in un social network”.
Come si comportano le persone che vogliono una storiella?
“Gli uomini sono comunque più aggressivi, anche se possono essere dei corteggiatori eleganti. L’aggressività sta nel fatto che ‘puntano’ una donna e cercano un’occasione per conoscerla. Le donne in genere stanno ad aspettare e possono persino accontentarsi di essere corteggiate. In questo caso prevale in loro il lato narcisistico, che addirittura si può sublimare quando si rifiuta l’altro e ci si dimostra virtuose e irraggiungibili”.
Dopo la conoscenza, che consigli può dare per un primo appuntamento?
“Nessuno. Per il flirt i due soggetti decidono tutto subito, nel giro di pochi minuti. La reazione è piuttosto istintiva, si basa su sensazioni che possiamo definire come ‘a pelle’. Poi, certo, ci possono essere dei fattori che influiscono sull’esito dell’avventura, ma in linea di massima si capisce subito se chi abbiamo di fronte ci piace o no”.
Quali ‘tecniche’ usare per affascinare?
“Sicuramente usare l’adulazione con intelligenza, cioè prestando ascolto e dando valore all’altro, è un atteggiamento che conquista. Se si è particolarmente perspicaci si possono anche cogliere dei punti ‘deboli’ della persona che si ha di fronte e cercare di sottolinearli come pregi. Questo colpisce sempre l’interlocutore e predispone all’interazione”.
Le avventure possono durare e trasformarsi in una relazione stabile?
“Può succedere, ma è raro. L’avventura, come abbiamo già detto, è evasione dalla realtà, spesso insoddisfacente. Un elemento fondamentale è la scarsa conoscenza tra i protagonisti del flirt. C’è spazio per immaginare il ‘principe azzurro’ o la ‘donna perfetta’. Inoltre, il tempo limitato permette di far vedere solo il meglio di sé. Si crea l’illusione di un’affinità che non esiste. Sono storie che, proprio a causa di questi elementi, non sopravvivono alla prova della quotidianità. Le uniche che durano qualche mese sono quelle a distanza. L’attesa per raggiungere l’innamorato/a, il viaggio, le lunghe telefonate e la scarsa presenza aiutano a mantenere più a lungo quell’illusione di cui si alimenta il flirt”.
Come affrontare il ritorno a casa?
“Godendosi il ricordo, senza idealizzarlo, senza false illusioni, con serenità”.
“Uscire dai momenti difficili sfruttando al meglio le nostre forze”
con l’aiuto del counselor. Il caldo, le giornate più lunghe e l’atmosfera rilassata della vacanza non possono farci dimenticare del tutto i problemi della vita ‘vera’. Emanuele Gatti non si occupa solo di flirt estivi, ma aiuta anche le coppie che hanno difficoltà nella loro relazione. “I problemi sono tanti – precisa il counselor -. Uno degli ostacoli più grossi è adattarsi alla convivenza. Poi ci sono le dinamiche legate alla sessualità, che col tempo rischia di spegnersi o di diventare elemento di contrasto. Una delle dinamiche che osservo più spesso è la mancanza di indipendenza. Chi passa dalla casa dei genitori a quella della coppia, col tempo può avvertire la mancanza di uno spazio di autonomia”. Anche affrontare separazioni e divorzi è sempre un momento critico e spesso non ce la si fa da soli. “Il ruolo del counselor è proprio quello di far emergere potenzialità che pensavamo di non possedere e di farcele mettere in gioco per vivere bene. A volte basta davvero poco per capire quanto valiamo e cosa vogliamo”.