“Non mi sembra giusto che ogni cosa che faccio sembri eccezionale solo perché sono disabile – sorride William Del Negro, friulano di 43 anni -. Sono affetto da nanismo diastrofico, è vero ed è evidente a tutti, ma vivo la mia vita nella maniera più comune possibile: la disabilità è la mia normalità”.
A ben guardare, Del Negro ha ragione a non voler essere trattato con buonismo ipocrita, quello che maschera, sotto una meravigliata ammirazione, l’atteggiamento di chi marca il confine della diversità. “Lavoro, esco, partecipo alla vita di Martignacco, il mio paese, ho un cane, ho preso il brevetto di pilota di ultraleggero, sono appassionato di fotografia e presidente del Circolo fotografico di Martignacco, mi impegno nell’associazione che ho fondato. Niente di molto diverso dalla vita di ciascuno”.
Eppure qualcosa di speciale
c’è nel riuscire ad affrontare ogni giorno con un ostacolo in più, arrivando a trasformare un tallone d’Achille in un punto di forza. A confermarlo, tra i Vip ci sono esempi come Alex Zanardi e Bebe Vio, che hanno fatto del loro problema un’arma vincente, della loro difficoltà consapevolezza, della loro sofferenza amore per la vita.
“C’è una grande differenza nel mondo dei disabili – sottolinea Del Negro – tra chi conserva la propria autonomia, anche se in forma ridotta, e chi, invece, dipende in tutto e per tutto da altri. È chiaro che la prima categoria è quella più avvantaggiata, per la quale la disabilità dipende dall’accessibilità la quale, a sua volta, deriva dall’ambiente. Io sono stato un bambino e un ragazzo fortunato, non ho subito bullismo o altre angherie, ma è ovvio che ogni giorno mi devo confrontare con il problema della mia altezza. Se vado a trovare qualcuno, so che non arriverò al citofono di casa e che mi dovrò ricordare di portare un bastoncino per suonare il campanello. Se faccio un viaggio in treno, so che in Italia dovrò chiedere aiuto per salire sul vagone. Io mi adatto e non la vivo male. Sono nato così, non c’è altro da fare. Non è così per tutti i disabili, però, credo che dipenda dal carattere di base di ogni persona e anche dal fatto che, rispetto a un evento improvviso, se nasci con la disabilità impari ad accettarla giorno per giorno, come ogni altra caratteristica”.
Il tema dell’accessibilità rappresenta un importante capitolo nella vita di Del Negro.
“Tre anni fa, proprio partendo dalla mia esperienza, ho iniziato a concepire il progetto ‘Will_Easy’, per fornire una catalogazione degli alberghi e dei locali pubblici, ma anche dei siti turistici, in base alle caratteristiche di accessibilità. Gli hotel, ad esempio, potranno rendere disponibili informazioni sulla presenza di barriere architettoniche o facilitazioni per i disabili, ma anche la compatibilità con le esigenze di persone con altre necessità, come le mamme o i celiaci ad esempio. E questo vuol dire offrire a tutti la possibilità di scegliere. Da questa sensibilità è nata anche l’associazione ‘Io ci vado’ che riunisce più di 110 iscritti e che si adopera in vari modi per trattare il tema dell’autonomia. E poi c’è l’ultima nata, la Startup Innovativa a Vocazione sociale WillEasy srl che sto sviluppando nell’ambito di Friuli Innovazione, che si prefigge di creare un modello di business sociale con i dati di mappatura dei luoghi”.