Non ha fatto in tempo a spegnersi la fiaccola di Rio 2016, che si è messa in moto la macchina dei convegni. L’obiettivo è far conoscere ai giovani, ma anche ai genitori e non solo, le emozioni, i valori e le sfide dello sport. Promuovere e incentivare la pratica sportiva fin dall’infanzia sono ormai imperativi, per formare ragazzi competenti e preparati ad affrontare le varie sfide che li attendono sul loro cammino. Prima fra tutti l’ingresso nel mercato del lavoro, vera sfida olimpica di questi tempi, ma soprattutto gli ostacoli della vita.
Sono pronti i nostri ragazzi, accusati di volere tutto e subito di non sapere che cos’è il sacrificio, anche perché i genitori sono sempre pronti ad aiutarli, a risolvere loro i problemi, a giustificare i loro errori, anche a costo di accusare altri. Insomma, sono pronti a perdere, per ricominiare più forti, ma consapevoli dei loro limiti?
Anche di questo si parlerà a Udine, nell’ambito del convegno ‘Le virtù dello sport: una sfida da vincere’, in programma venerdì 2 settembre, alle 17.30, in sala Valduga.
Certo è che da Rio gli esempi positivi non mancano, anche se non sono mancate cadute di stile. La più criticata, ovviamente, vista la sua fama, è stata Feerica Pellegrini, che invece di ammettere la sconfitta, ha preferito imbastire polemiche. Piazzatasi solo al quarto posto nella 200 metri stile libero, il suo avallo di battaglia, ha detto di non accettare quella che ha considerato un’ingiustizia. Per chi è abituato a stare sempre sl gradino più alto del podio, cedere fa più male. Per fortun che, spenti i bollori, la divina sta già pensandoa Tokjo 2020. Una possibilità da giocare ancora, ma a 32 anni. Troppi per non colare a picco?
Dal punto di vista emotivo, meglio hanno reagito gli atleti friulani, anche se l’unica delle 28 medaglie azzurre – otto ori, 12 argenti e otto bronzi – made in Fvg l’ha conquistata Chiara Cainero, capace di ripetersi, otto anni dopo l’oro di Pechino 2008, e tornare in Friuli con uno splendido argento nella finale tutta italiana del tiro a volo skeet con Diana Bacosi. Cainero è apparsa sempre sorridente, ha parlato del suo lavoro, dei suoi sacrifici e di quanto le è mancato il figlioletto lasciato a casa. Vero spirito friulano.
Caratteristica comune ai nostri atleti è lo spirito di squadra e la capacità di sacrificarsi, anche per aiutare un compagno. Così è stato nel ciclismo, anche se il lavoro di Alessandro De Marchi nell’individuale non paga (aveva agevolato per Nibali, poi caduto), mentre può festeggiare due volte Elena Cecchini. La campionessa friulana ha ‘spinto’ verso il terzo gradino del podio la compagna Elisa Longo Borghini nella prova rosa su strada e ha dato un apporto fondamentale al compagno Elia Viviani che, anche grazie alla sua vicinanza, ha trovato il guizzo d’oro nell’Omnium. Insomma, è più bello vincere insieme.
Speranze deluse nel salto in alto dove il Fvg schierava ben due finaliste, Alessia Trost e Desirèe Rossit. L’udinese Rossit paga l’emozione ed esce presto dai giochi che valgono una medaglia (chiude poi 16esima), mentre la pordenonese Trost sfiora il podio e termina quinta. Da entrambe, però, nessuna lamentela o recriminazione, solo la certezza che Rio 2016 è stata un’esperienza bellissima, che permetterà loro di crescere e migliorare ancora. Davvero l’importante non è vincere, ma partecipare. Anche per imparare e fare ancora meglio.