Lunedì 10 dicembre, alle 20.30, al Centro Balducci di Zugliano ci sarà l’atteso incontro con Mimmo Lucano, il sindaco promotore dell’esperienza di Riace. Tale evento offre l’occasione alle associazioni e agli enti gestori della cosiddetta ‘accoglienza diffusa’ di Udine e della sua Provincia per condividere una preoccupazione e una speranza.
“La preoccupazione – spiegano i promotori dell’incontro, la Rete Diritti Accoglienza Solidarietà Internazionale – riguarda ciò che potrà accadere agli ospiti a partire dall’1 gennaio 2019, dal momento che il Comune di Udine ha appena confermato la chiusura (31 dicembre 2018) del progetto di accoglienza straordinaria e diffusa (AURA) in cui sono ospitate tante famiglie con minori. Sono presenti tanti casi di persone con difficoltà, che potrebbero finire sulla strada o nella caserma Cavarzerani. Il taglio operato dal Decreto Sicurezza aprirà, purtroppo, una nuova stagione per quella che non sarà più accoglienza e possibilità di integrazione, ma semplice albergaggio, senza servizi essenziali come, ad esempio, quello dell’alfabetizzazione”.
“La speranza è che il rigurgito di razzismo istituzionale, in crescita dall’insediamento di questo Governo giallo-verde, risvegli tutte quelle persone che credono necessaria una mobilitazione delle coscienze per poter affrontare in modo del tutto diverso un fenomeno strutturale, che di straordinario ha solo il clima politico che lo accompagna. Accogliere è sinonimo di dignità umana e sociale per tutti, italiani e stranieri”, concludono dalla rete Dasi Fvg.
Oltre a lui, insieme ad altri, interverrà Gianfranco Schiavone, vicepresidente nazionale ASGI. Il giurista, uno dei più competenti in Italia in materia di accoglienza e immigrazione, ha più volte fatto notare come “nella norma previgente i titolari di protezione umanitaria, all’uscita dai Centri di accoglienza straordinari venivano trasferiti nel sistema Sprar per supportare queste persone che hanno un valido titolo di soggiorno, nel percorso di integrazione sociale, evitando che ci fosse un grave impatto sui servizi sociali dei comuni. Con la riforma introdotta dal Dl (in)sicurezza i titolari di protezione umanitaria non hanno più diritto ad accedere allo Sprar e quindi dai Cas finiscono direttamente in strada. Tra essi ci sono donne, bambini, malati, vittime di violenza. Quanti sono? Si possono stimare attorno alle 25-30mila le persone che nel corso dei prossimi mesi finiranno in strada senza alcuna assistenza e che alimenteranno l’insicurezza e il conflitto sociale raggiungendo così il vero obiettivo della legge voluta da Salvini”.
All’incontro interverrà anche Anna Paola Peratoner, impegnata a Udine nei progetti accoglienza.