La parola d’ordine è stare al passo con i tempi. Ma se tecnologie e imprese private corrono, la pubblica amministrazione arranca.
“La digital economy – spiega Roberto Siagri, presidente di Eurotech, gruppo leader nella progettazione e realizzazione di piattaforme embedded, sottosistemi, dispositivi cloud ready e computer ad elevate prestazioni – si scontra con le lungaggini del settore pubblico”.
La critica di Siagri nasce dalle difficoltà pratiche che incontra la strumentazione creata dall’Eurotech, per rilevare, in tempo reale, gli inquinanti nell’aria.
“Lo scopo della piattaforma – spiega Siagri – è trovare la maniera di leggere i parametri e valutare la qualità dell’aria in modo più capillare, analizzando ogni dato in maniera continuativa. Insomma, si passa all’analisi di ‘big data’, che permettono di identificare le informazioni in modo più dettagliato rispetto alla sola misura puntuale fatta oggi, come prevede la normativa. Insomma, la centralina è innovativa, ha costi e dimensioni contenuti, e un utilizzo semplice, senza contare che i dati sono condivisibili tramite internet in tempo reale. Questo permettere di prendere decisioni immediate. Altrimenti, si perde il suo significato”.
Una volta fatta l’analisi bisognerebbe passare subito all’azione.
“La nostra app – continua il presidente – è una centralina digitale che lavora in tempo reale. Se la normativa non riesce a stare al passo, la strumentazione diventa più un problema che un vantaggio. Anche in Francia, per esempio, centraline simili sono state bloccate per problemi di normativa. Insomma, la lentezza della burocrazia è un problema comune all’Europa, perché il Codice civile europeo è diverso dal quello anglosassone”.
Per Siagri, un modello di efficienza.
“Bisogna cambiare le norme, prendendo esempio dal modello anglosassone, dove la Common low ha la meglio sulla Civil low, alla quale, però, è più comodo adattarsi. Una volta, le tecnologie non evolvevano così velocemente. Oggi si rischia di non adattarsi. La digitalizzazione ha messo in crisi la pubblica amministrazione, che deve assolutamente diventare più snella e più facile”.
In realtà, avere i dati in tempo reale espone a problematiche, “che richiedono azioni scomode. Lo scopo della centralina digitale è l’utilizzo non soltanto a livello locale. L’idea è quella di creare una rete che raggruppa diverse aree del mondo. L’obiettivo è capire come si muovono le sostanze nell’aria. Ottenuti i dati, però, cominciano le problematiche su come agire. In Europa, non tutti i Paesi reagiscono adeguatamente. Bisogna cambiare le norme”.
Il digitale nella pubblica amministrazione è un problema complesso, non solo italiano, che richiederebbe risposte immediate. “Per la pubblica amministrazione poter lavorare grazie all’app via Internet, in ufficio come a casa, rappresenta un salto di qualità, ma gli ‘umani’ sono più lenti della tecnologia e, comunque, serve un tempo di inerzia. La convergenza – conclude Siagri – implica un diverso modo di pensare al mondo. Siamo alla quarta rivoluzione industriale, la pubblica amministrazione si deve adeguare”.
Nuove norme, per stare al passo coi tempi
“La digital economy – spiega Roberto Siagri, presidente di Eurotech - si scontra con le lungaggini del settore pubblico”
36
articolo precedente