Adieci anni dall’avvio del Registro pubblico delle opposizioni, che tutela la privacy dei numeri pubblicati negli elenchi telefonici, è in dirittura d’arrivo la tanto attesa estensione del servizio a tutti i numeri nazionali, cellulari inclusi. Per l’avvio del nuovo Registro bisognerà comunque attendere le tempistiche previste dal regolamento, cioè 120 giorni dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Tale intervallo è necessario per mettere a punto il servizio, tra cui le consultazioni dei principali operatori di telemarketing e delle associazioni dei consumatori, nonché l’implementazione tecnica del sistema.
I cittadini potranno iscriversi e poi potranno utilizzare alcune nuove funzionalità: il rinnovo, con cui sarà possibile far decadere i consensi precedentemente rilasciati per telemarketing, e la revoca dell’iscrizione, anche solo nei confronti di uno o più aziende (“revoca selettiva”). Dall’altra parte, gli operatori di telemarketing saranno obbligati a consultare mensilmente il nuovo Registro e comunque prima dell’avvio di ogni campagna pubblicitaria per verificare i numeri che intendono contattare.
Resta, invece, invariata la possibilità di opporsi al marketing cartaceo verso gli indirizzi postali presenti negli elenchi telefonici per tutti i cittadini che hanno deciso di pubblicarli in tali elenchi in associazione alle proprie numerazioni. Si tratta di rivoluzioni che, considerate le premesse, potrebbero ritenersi ‘epocali’ perchè potrebbero liberare il cittadino dalla costante tortura dei call center – commenta Barbara Puschiasis, presidente di Consumatori attivi -. La novità di portata rivoluzionaria è che l’inserimento del numero di telefono comporterà il divieto di effettuare chiamate di telemarketing verso tale utenza nonchè l’impossibilità da parte di tali società commerciali di cedere a terzi tali dati personali.
Decadranno dunque tutti i consensi precedentemente rilasciati dagli utenti per chiamate con finalità commerciali con e senza operatore umano, ad eccezione di quelle svolte dai soggetti che hanno raccolto un consenso nell’ambito di un contratto in essere (o cessato da non più di trenta giorni) per la fornitura di beni o servizi. Solo la concreta attuazione dello strumento però ci permetterà di capire se le attese saranno all’altezza della realtà. Soprattutto il cittadino dovrà essere molto accorto nel gestire i consensi che presta e nel tenere aggiornata la sua posizione nel registro delle opposizioni”