I medici si ammalano con sempre maggiore facilità a causa del superlavoro. A dirlo è uno studio dell’Anaao-Assomed giovani nazionale effettuato su oltre 19mila professionisti. In Italia, le nuove assunzioni effettuate con il contagocce (il 48% del campione dice che negli ultimi 5 anni non sono arrivati nuovi medici nel proprio reparto), l’aumento del carico di lavoro (un ospedaliero su 4 visita da 17 a 22 pazienti al giorno) e il servizio effettuato nella giornata che segue ai turni notturni (capita a un medico su tre) stanno avendo pesanti conseguenze sullo stato di salute dei sanitari.
Il 41% del campione, infatti, è affetto da malattie cardiovascolari e patologie metaboliche accertate o sospette e il 40% ha disturbi del sonno. A ciò si devono aggiungere il cattivo stile di vita causato dal troppo lavoro, che di certo non aiuta a stare meglio: il 65,5% degli intervistati non riesce ad usufruire con regolarità della pausa pranzo, mentre il 54,8% non fa sport per mancanza di tempo e per il 77,5% la vita privata è condizionata negativamente dal lavoro. Insomma, oltre alla salute del paziente, il superlavoro mette a rischio anche quella del medico.
“Il fatto – dice il segretario regionale Assomed, Laura Stabile – è che il rispetto delle 48 ore di lavoro settimanali (gli straordinari scattano dopo la trentottesima ora) e delle 11 di riposo (vedi l’articolo sopra) non è sufficiente. Un medico, anche se giovane, non può lavorare a questi ritmi per un periodo prolungato. E in Fvg ci sono alcuni reparti a organico ridotto, nei quali il lavoro viene coperto e la turnistica garantita da professionisti prossimi alla pensione. Come uscirne? Ci vorrebbero, in alcuni casi, nuovi medici. Ma come si può assumere se la spesa per il personale in regione non può essere aumentata? E con che forze sarà garantita la rete capillare sul territorio voluta dalla Regione?”.