Ronchi dei Legionari ha accolto ieri il nuovo parroco di San Lorenzo, monsignor Ignazio Sudoso. L’insediamento ufficiale, alla presenza delle autorità comunali, degli organismi parrocchiali e dei fedeli, nella Pieve di San Lorenzo, con la solenne celebrazione eucaristica d’inizio ministero con l’Arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli.
E’ stato un momento importante nella vita della comunità religiosa ronchese. Monsignor Sudoso, infatti, ha preso in mano le redini di don Renzo Boscarol, scomparso il 7 marzo a causa del Covid.
“Carissimo Don Ignazio desidero esprimere a nome mio, dell’Amministrazione comunale e di tutti i cittadini, della comunità religiosa e della comunità civile, un caloroso benvenuto”, sono state le parole del Sindaco, Livio Vecchiet.
“Con questa solenne occasione della sua investitura, lei da oggi diventa responsabile della parrocchia di San Lorenzo e di San Stefano, un compito non semplice ma che sicuramente saprà affrontare con competenza e serenità, guidato dalla fede e dalla voglia di dare e fare bene a favore della nostra comunità. Ma prima di proseguire nei suoi confronti, mi corre l’obbligo di ringraziare Don Mirko, che fino ad oggi ha retto la parrocchia dal momento della malattia di Don Renzo a cui è seguita la sua morte, in questi nove mesi ha dimostrato grande sensibilità, grande entusiasmo, grande passione nel servire ed essere vicino alla nostra comunità, alle persone fragile e anziane, e alla nostra casa di riposo, a lui deve andare il nostro grande e sentito ringraziamento”, ha detto ancora il sindaco.
“Ecco don Ignazio, da oggi lei si ritrova in una comunità che conosce già, in quanto anni fa, qui ha già svolto parte del suo percorso formativo. Guidare queste parrocchie comporta un grande onere, in quanto il nostro non è un piccolo comune di campagna, ma un comune di circa 12.000 abitanti, dove fino ad oggi si sono svolti oltre 120 funerali, 50 matrimoni tra civili e religiosi, ma questi come capite sono solo numeri”.
“Lei si troverà ad affrontare nuove sfide culturali e sociali impegnative, una comunità con tanti nuovi immigrati, stiamo di fatto diventando multiculturali, qui convivono i vecchi ronchesi, le nuove famiglie provenienti da altre regioni italiane, e anche dall’estero abbiamo un volto plurireligioso e multietnico e tante volte l’integrazione è complessa, serve una strategia di collaborazione tra Chiesa e Comune. Siamo in una fase di regressione culturale, dove tanti troppi si rifugiano nel mondo dei social, dove insultano, parlano senza sapere di cosa stanno parlando”.
“Viviamo in una fase nella quale per tanti, io direi troppi esistono esclusivamente i diritti, e nessuno parla di doveri, viviamo in una fase di smarrimento sull’importanza dei valori universali di ogni uomo, e viviamo anche in una fase di scollamento degli ideali e valori spirituali, e nel rapporto tra Chiesa e fedeli, fedeli che di fatto sono sempre più anziani, con le Chiese che spesso sono semivuote, non possiamo nasconderlo, e questo me lo diceva spesso anche don Renzo. Viviamo in un clima di sfiducia, che si ripercuote sulla denatalità e sulla flessione delle nascite, che è un sintomo di una profonda crisi della nostra società priva di fiducia per il futuro, possiamo dire che coloro che dovrebbero decidere il nostro futuro, negli ultimi 30 anni sono stati incapaci di farlo, e le riforme che altri paesi hanno fatto noi dobbiamo ancora pianificarle”.
“Ma noi in questo clima di incertezza, dobbiamo cercare di trasmettere ai giovani i principi fondamentali di ogni uomo, indicare quale siano i principi morali corretti verso gli altri, e infondere ottimismo e fiducia per il nostro e loro futuro, non è possibile tornare indietro, perché il mondo corre anche senza di noi, siamo noi che dobbiamo concorrere a cambiare il mondo. Oggi più che mai sia la parrocchia, sia il l’amministrazione comunale devono guardare il futuro senza dimenticare il passato, entrambi dobbiamo occuparci, per diversi aspetti delle persone che vivono nel nostro territorio, per quanto riguarda il Comune erogare servizi a favore dei giovani e degli utenti e famiglie deboli, fare opere pubbliche, ma anche lei dovrà occuparsi dei giovani, delle famiglie e delle persone fragili, e di tutti coloro che hanno bisogno di una parola di conforto e se possibile di aiuto, questa è una grande missione”, ha detto ancora il sindaco.
“Dobbiamo con grande senso di responsabilità, confrontarci e remare nella stessa direzione se vogliamo rafforzare il senso di comunità del nostro Comune, che è un grande Comune. È con queste mie parole che rinnovo il benvenuto a Don Ignazio, gli auguro buon lavoro e buona semina tra i nostri cittadini come hanno fatto tutti coloro che lo hanno preceduto. Grazie e buona giornata a tutti”.