Sspesso si prova la sensazione di aver commesso errori nel percorrere una rotatoria. A volte, non è colpa del guidatore: è proprio della rotatoria, perché è stata costruita e segnalata male o dove non serviva.
Non è in discussione la loro utilità, soprattutto se si tratta di incroci pericolosi. Le rotatorie, se ben costruite, costringono gli automobilisti a moderare la velocità. Eppure, ci si chiede se siano utili rotatorie del diametro di pochi metri, altre così grandi da sembrare una pista di Formula 1 e altre ancora dove il progettista ha proposto scelte discutibili e materiali inadatti, magari per dare ascolto al politico locale di turno, con il solo risultato di peggiorare la situazione.
Il problema di fondo è che sulle rotatorie la normativa disponibile è piuttosto esigua. Anzi, fino al 2006, quando è stato pubblicato il decreto ministeriale con le “Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle intersezioni stradali”, di norme non ne avevamo proprio.
Normativa incerta
Sono poco meno di tre pagine, dove si fissano i diametri massimi (non quelle minimi), la larghezza della carreggiata e poche altre regole, compreso quella che impone una sola corsia. Ebbene, le opere realizzate prima del Decreto ministeriale, dove sembra si applichi la legge del più forte, neppure quelle costruite dopo sembrano rispettare sempre la normativa, a partire dal divieto di tracciare due corsie. Non è un caso se Fvg Strade Spa ha sentito il bisogno di emanare delle linee guida per la progettazione delle rotatorie.
Gli esempi negativi non mancano. Ci sono rotatorie dove perfino un’auto dei carabinieri si è trovata affiancata in entrata a una vettura in uscita, come documentato sul manufatto che collega la regionale 56 a viale Palmanova e alla tangenziale Est. Oppure ci sono le micro rotatorie a Tavagnacco, e a Udine davanti al palazzo della Regione e a Baldasseria Bassa, così piccole o mal tracciate da spingere gli automobilisti a transitare sull’elemento centrale o un ciclista a percorrerle contromano.
Micro e inutili
Per non parlare della rotatoria accanto all’Istituto geriatrico di assistenza, dove si congiungono strade con un flusso di veicoli troppo elevato rispetto al suo diametro. Stesso problema a Gorizia, dove sono proprio le più piccole a creare polemiche, come nel caso di quella costruita su via Lungo Isonzo Argentina, talmente stretta da creare problemi. Che dire poi di quelle dove la regola che chi percorre la rotatoria ha sempre la precedenza non vale? Ce ne sono, per esempio, in piazza XXVI luglio a Udine e a Feletto Umberto.
E poi ci sono i preziosismi spesso esasperati che fanno lievitare i costi, compresa la loro illuminazione, spesso di gran lunga superiore al necessario per numero di pali e potenze installate.
Come non bastasse, la maleducazione degli automobilisti che tagliano sempre le rotatorie a doppia corsia anche se devono svoltare alla prima uscita e la mancanza di norme specifiche nel Codice della strada non aiutano.