Nella vita di tutti i giorni siamo circondati da smartphone, smart Tv, tablet, … Tutti strumenti che ci aiutano a semplificare la nostra quotidianità in diversi modi. Purtroppo, però, quello che non sappiamo è che i nostri cellulari hanno un’origine non proprio ‘etica’. Per funzionare, infatti, hanno bisogno di minerali – come lo stagno, il tantalio, il tungsteno e l’oro – presenti in zone di conflitti, dove i diritti dei lavoratori non vengono rispettati e le aziende non intendono verificarne l’eticità. Le zone maggiormente interessate da questi conflitti sono La Repubblica Democratica del Congo e la Regione dei Grandi Laghi, in Africa.
La Commissione Europea ha già provato nel 2014 a rimediare a questa situazione proponendo di incoraggiare i maggiori produttori europei a evitare i minerali presenti in zone di conflitto e oggi il Parlamento Europeo vuole rinforzarla con norme che garantiscano che i prodotti non siano stati coinvolti in conflitti nei loro Paesi di origine.
Un’idea simile è stata adottata da Fairphone, un’azienda di smartphone che ha come obiettivo quello di recuperare i minerali impiegati in zone non di conflitto e dove i diritti dei lavoratori siano rispettati.
L’obbligo entrerà in vigore dal 1 gennaio 2021.
Qui il video del Parlamento Europeo: