Non è solo volontariato, anzi, è un modo per rendersi utili alla comunità acquisendo competenze specifiche e trasversali e preparandosi attivamente all’ingresso nel mondo del lavoro.
Il Servizio civile universale, nato come alternativa alla leva obbligatoria per gli obiettori di coscienza, una volta dismesso l’obbligo del servizio militare ha cambiato pelle ed è diventato per i giovani un’opportunità differente di confronto e approccio al mondo del lavoro.
Sono ragazzi e ragazze tra i 18 e i 28 anni in attesa di occupazione quelli che scelgono di dedicare un periodo della loro vita – dagli 8 ai 12 mesi – ad attività come l’educazione e la promozione culturale, la protezione civile, la promozione della pace e dei diritti umani, l’assistenza, la tutela e la valorizzazione dell’ambiente.
Fino a quest’anno questa opportunità è stata colta da molti giovani, ma ultimamente il sistema scricchiola e le candidature registrano un calo. “Negli anni passati c’erano più domande per un posto nel Servizio civile – commenta Marco Specia, segretario del Comitato regionale Unpli delle Pro Loco -. Molti volontari che hanno vissuto quest’esperienza da ragazzi poi sono rimasti attivi nel mondo delle Pro Loco fino a diventare anni dopo, come è successo a San Daniele e a Fogliano Redipuglia, presidente dell’associazione. Oggi però si registra un calo di interesse, confermato dalle proroghe al bando che si è chiuso lo scorso febbraio.
È il segnale che il servizio civile va ripensato. Per esempio, dalla presentazione della domanda passano uno o addirittura due mesi per le selezioni e passa ancora del tempo prima dell’effettivo avvio dei progetti. Questi tempi ‘morti’ sono pericolosi, perchè nel frattempo i giovani possono dirottare su altro i propri interessi e, magari, trovare un lavoro.
Queste lungaggini fanno sì che non più dell’80% dei ragazzi o ragazze che presentano la domanda poi effettivamente svolgono il servizio civile. In un contesto di calo di candidati, è un’ulteriore preoccupazione”.
Servizio civile, volontari in calo
Lungaggini burocratiche, pochi soldi e calo demografico minano il successo dei progetti
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