A partire dall’8 marzo, gli studenti delle scuole medie, superiori e delle università ritorneranno a frequentare le lezioni in didattica a distanza al 100% in tutta la Regione. Ma cosa ne pensano i ragazzi? A raccontarlo è il rappresentante degli studenti Matteo Zambon. “Tra innumerevoli decreti legge, è ormai passato un anno dall’inizio dell’emergenza che ha sconvolto l’intero Paese e la vita di tutti noi giovani studenti, considerati dal Governo Italiano come persone facilmente sacrificabili in tutti sensi”.
“L’evolversi della pandemia, soprattutto in questo ultimo mese, ha mostrato con grande chiarezza i danni causati dalle numerose varianti che, con il passare delle settimane, si stanno sempre di più diffondendo anche in Italia. E tutto questo, purtroppo, sta influendo sempre di più sulla nostra istruzione e formazione scolastica. D’altronde, a mio parere, il Presidente della Regione Massimiliano Fedriga ha fatto una scelta molto delicata e difficile già per sé, ma fortunatamente ha scelto di optare per la tutela della salute di tutti, soprattutto di noi studenti”, prosegue Zambon.
“Attualmente a colpire noi giovani, permane la variante inglese, mutazione molto pericolosa che andrebbe in qualche modo placata al più presto con i famosi vaccini che, in questi giorni, si stanno somministrando a varie categorie di persone. Ci riteniamo molto preoccupati dell’evolversi del virus e, di conseguenza, stiamo cercando di offrire una seria collaborazione per evitare la diffusione di quest’ultimo all’interno anche delle nostre scuole”.
“Purtroppo, come ben sappiamo, la dad non può, e mai potrà, sostituirsi a una classica lezione in presenza, in cui gli studenti e i loro docenti possono comunicare non solo con le parole e con i libri, ma soprattutto con l’incontro fisico, o come si suol dire, ‘faccia a faccia’. In più, negli edifici scolastici non trascuriamo la presenza degli altri operatori, come ‘bidelle’ e ‘bidelli’, che rappresentano spesso una fonte di conforto e supporto psicologico per molti studenti, cosa che in dad purtroppo non esiste. Ci ritroviamo in un periodo molto difficile, sia per noi studenti sia per tutte le imprese locali come bar e ristoranti. Siamo noi, però, quelli che stanno subendo delle inevitabili conseguenze riguardati il piano formativo scolastico di questo 2021. La scuola dovrebbe venire al primo posto, o almeno tra i primi tre obiettivi che si vogliono raggiungere nei prossimi mesi”,prosegue Zambon.
“Alternare le due tipologie di didattica ci fa solamente star male emotivamente parlando… non vedevamo i nostri compagni da molto tempo e proprio ora, passate due o tre settimane massimo, torniamo alla situazione di prima. Questi mesi di didattica a distanza, senza dubbio, sono stati una ferita profonda in termini non solo di qualità della didattica, ma anche di socialità e di relazione. Ritornare alla dad rappresenterà solamente una sconfitta… ma una sconfitta che dovremo accettare per forza in quanto la salute viene prima di tutto, e se questo potrà garantirci un futuro ritorno in classe in sicurezza allora, io personalmente, sono a pieno favore della scelta presa oggi”.
“Per consentirci un prossimo rientro in presenza e, nella speranza, duraturo fino a fine anno scolastico, andrebbe di certo, sistemato il piano trasporti che potrebbe essere migliorata ancor di più. I nostri presidi, come anche i professori, stanno facendo decisamente il possibile per garantirci un’istruzione adeguata nonostante la pandemia e per questo li ringrazio a nome di tutti gli studenti che frequentano le scuole di ogni ordine e grado del Friuli Venezia Giulia. Tentiamo a questo punto anche questo ennesimo grande sacrificio, nella speranza che il tutto si sistemi al più presto… perché tutti noi vogliamo tornare a vivere come una volta”, conclude il rappresentante degli studenti.