“Un partenariato unico, un progetto strategico per l’investimento sui giovani e, dunque, sulla sostenibilità della nostra società, che aiuta la scuola a uscire dall’isolamento e dall’autoreferenzialità”. Le parole della dirigente dell’ufficio scolastico regionale, Patrizia Pavatti, sintetizzano lo spirito di Sapremo, progetto di educazione alla legalità, promozione della salute e prevenzione dell’utilizzo di droga, promosso in collaborazione tra Questura di Udine, Dipartimento delle Dipendenze dell’azienda sanitaria universitaria integrata, Comune di Udine, Danieli di Buttrio, Confindustria Udine e, appunto, Ufficio scolastico regionale.
La seconda edizione del progetto, aperta a tutte le scuole della provincia di udine, è stata presentata questa mattina in sala Ajace a Udine. “Sapremo – ha ricordato il questore Manuela De Bernardin Stadoan – è nato sull’onda emotiva legata alla morte per overdose di Alice, in stazione a Udine. La formula è innovativa – ha spiegato – perché abbina la cultura della legalità alla promozione della salute”.
Ogni giorno il capoluogo friulano ospita più di 12mila studenti che frequentano le scuole superiori in città. “Ci sentiamo responsabili nei loro confronti e tutti insieme abbiamo fatto squadra per dare una risposta immediata a un problema che ha assunto la dimensione di una piaga sociale”.
“Questo progetto – ha aggiunto il Prefetto di Udine Angelo Ciuni – parla di libertà. Oggi più nessuno insegna ai ragazzi la libertà e spiega loro perché valga la pena di mantenersi liberi”.
Nella prima edizione il progetto Sapremo – come ricordato dall’educatore Andrea Monculli – ha coinvolto 479 studenti di 27 classi, di 10 istituti superiori di Udine e Cividale.